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La Ternana ritrovata e la teoria del “complottismo”

Contro il Bari è mancata solo la vittoria.

Errori difensivi a parte (individuali), costati due gol evitabilissimi, la differenza l'ha fatta ancora una volta l'ennesimo arbitro "maldestro" sulla strada delle Fere.

In realtà, non c'è alcun dubbio sul fatto che la direzione di gara dell'arbitro messinese abbia inevitabilmente orientato la partita dalle parti di Bari.

Senza mettermi qui a illazionare su sospetti di "complotti" ai danni della Ternana o, peggio, di "favoritismi" per qualcuno (anche se la sgradevole impressione rimane, checché ne dicano i "puristi"), resta l'ineludibile fatto che mercoledì sera sono mancati all'appello un rigore clamorosamente negato ai rossoverdi, una sacrosanta espulsione inspiegabilmente non comminata ad un giocatore del Bari (con l'arbitro che prima ha fatto cenno di estrarre il secondo giallo ai danni di Perrone, per poi fare curiosamente "dietrofront"…), senza dimenticare il gol del pareggio della formazione pugliese viziato da un netto fuorigioco in partenza di Antenucci.

Non ci fossero state queste tre clamorose topiche arbitrali, la partita l'avrebbe vinta Ternana.

È più che meritatamente, visto che, almeno nel secondo tempo, le Fere hanno letteralmente preso a pallonate i Galletti.

Ciò doverosamente premesso, è arrivata l'ora che la Società di Via della Bardesca, in persona del suo massimo esponente Stefano Bandecchi e del suo vice Paolo Tagliavento, si facciano pesantemente sentire nelle opportuni sedi.

Se necessario, anche battendo vigorosamente il pugno sul tavolo!

Perché non se ne può più di subire certi soprusi!

Quello che si chiede al Palazzo non è un trattamento di privilegio per la Ternana, ma semplicemente giustizia, equanimità e la pedissequa applicazione delle regole del calcio.

Fin qui gli aspetti negativi della serata, che, senza ombra di alcun dubbio, hanno pesantemente inciso sul risultato finale.

Un pareggio ingiusto che, perlomeno allo stato attuale, penalizza la formazione rossoverde, ora relegata addirittura in quinta posizione.

Per fortuna la partita di mercoledì sera ci ha restituito anche una Ternana "alla vecchia maniera", una squadra quindi in grado di poter lottare alla pari contro tutte le formazioni del girone e di poter ancora aspirare ad un ruolo importante in chiave play-off.

Spezzato il digiuno con il goal, che ormai si protraeva da oltre 500 minuti, la formazione di Fabio Gallo è tornata anche a giocare un calcio a tratti piacevole, oltre che combattivo, determinato e giustamente cattivo dal punto di vista sportivo.

Peccato, si diceva all'inizio, quel paio di errori individuali che sono costati i due gol evitabilissimi.

Ma sul secondo, quello del pareggio dei baresi, grava come detto la netta posizione di fuorigioco dalla quale è partito Antenucci e che gli ha permesso di involarsi in beata solitudine verso Iannarilli.

Ora si tratta soltanto di dare seguito alla bella prestazione contro il Bari e di sfruttare le residue partite che ci separano dalla fine del campionato ed dai conseguenti play-off per agganciare la miglior posizione possibile in classifica; almeno la terza o magari anche la seconda poltrona.

Senza dimenticarci dell' ormai incombente finale di Coppa Italia che, al di là del temuto "spessore" dell'avversario, ci potrebbe regalare qualche cosa di veramente prestigioso, oltre che di estremamente utile ai fini della posizionatura nella "final session".

Va infine riconosciuto a Fabio Gallo, dopo qualche critica di troppo più o meno giusta, il merito di aver trovato una formula, quella del 3-5-2, che sembra essere la più congeniale alle caratteristiche dei giocatori a sua disposizione.

Ed ora, terminati tutti gli scontri diretti con le prime della classe, ci attende un finale di campionato contro formazioni di non primissimo spessore, dove far valere la qualità indiscutibile della rosa, il ritrovato ardore dei giocatori e la buona organizzazione  di gioco espressa contro la "corazzata" Bari.

Si eviti in ogni caso accuratamente di sottovalutare il Bisceglie, prossimo ospite del Liberati.

Perché di scherzetti tra le mura amiche ne abbiamo subiti pure troppi…

Massimo Minciarelli

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Massimo Minciarelli

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