La Ternana, Tesser e la ricetta giusta. Guida critica alle critiche…

Un anno fa di questi tempi si respirava un clima pesante. Toscano, uno dei principali artefici del ritorno della Ternana in serie B, veniva esonerato dopo un estenuante tira e molla fra dichiarazioni pubbliche e private. Al suo posto arrivò Tesser, che oggi (con tre punti in più e una squadra sicuramente meno forte) non viene criticato apertamente ma non riscuote il 100% dei consensi.

Non fra i tifosi, certamente. Il lavoro di Tesser è sotto gli occhi di tutti. Al di là dell'educazione e del modo come si pone è riuscito a dare un'anima ad una squadra costruita in fretta e senza soldi, in alcuni momenti con due anime che la governavano e con lo spettro della cessione sul fondo. È stato bravo soprattutto a non far perdere l'autostima ai ragazzi (la maggior parte giovanissimi), bravo a far integrare anche personalità ed esigenze diverse, bravo a superare momenti difficili determinati dalle assenze e da una rosa numericamente "limitata", bravo anche a cambiare sistema di gioco per accomodarsi su quello che questa rosa, in questo momento, poteva interpretare meglio.

Ne è nata una squadra in grado di potersela giocare con chiunque. Di vincere con chiunque ma anche di perdere con chiunque. Ne è nata una squadra da metà classifica che con un pizzico di fortuna in più, magari con qualche rigore, avrebbe potuto stare serenamente in zona playoff o a ridosso, avendo peraltro lanciato tanti giovani. E tutto questo: giova ricordarlo, in mezzo a mille difficoltà.

Vi ricordate per caso ad inizio stagione la contestazione contro Zadotti e Cozzella, sedata subito dai risultati positivi di inizio stagione? Via il capitano Antenucci, nessuno lo ha sostituito, presentati due svincolati (Bojinov e Janse) come colpi di mercato? Ecco… Da lì partiva Tesser, mai dimenticarselo.

E se il punto di riferimento è il Carpi (primo, con una squadra sicuramente meno importante della Ternana, almeno a livello tecnico e meramente sulla carta) va fatta una considerazioni aggiuntive a Carpi la dirigenza (Cristiano Giuntoli) pensa al Carpi 20 ore su 24 (sue stesse parole) da ormai diversi anni. Il Carpi è una sua creatura. Cerca la sintonia con l'allenatore (e quando non c'è l'allenatore viene esonerato…) ha costruito la squadra pezzo per pezzo, anno per anno, mercato per mrcato. Scommettendo senza spendere. E alle spalle ha un presidente che vive il calcio in maniera appassionata. E poi c'è il gruppo: così come a Frosinone, a Trapani, a Lanciano, a Vercelli, ad Avellino si è puntato molto sui giocatori che hanno vinto i campionati. Su quelli che danno la mentalità per vincere, perché vincere non è mai facile.

A Terni questi per mille motivi non succede. Ci sono dei compiti e dei modi di vivere le diverse professionalità in maniera diversa. Tesser non ha "intrusioni" nella sua sfera di competenza (il campo) e lo stesso vale per il contrario: Cozzella ha ampia autonomia sul mercato (dopo un confronto preventivo con l'allenatore). Al campo il ds si vede raramente, come rari sono i momenti per stare insieme ai ragazzi. Sia da parte del direttore che del presidente. 

Intendiamoci non esiste una ricetta per vincere i campionati o per fare bene. Prendete lo Spezia che cambia in continuazione (e spende) ma è in alto in classifica. O il Cittadella e il Crotone che quest'anno pur non avendo cambiato la filosofia di sempre sono in difficoltà. Ma per fare i paragoni occorre conoscere bene tutte le dinamiche. Per poi scegliere la strada che si adatta di più alle proprie caratteristiche. Per poi esaltare i punti di forza e correggere gli errori… E magari evitare il contrario.