L’alta classifica e la classe operaia

In quota, si sa, l’aria è più rarefatta e l’ossigeno scarseggia, e il rischio è quello di perdere l’orientamento e la lucidità. Sembra assurdo dirlo se solo si pensa a come si erano messe le cose un mese e mezzo fa dopo la sconfitta di Carpi, terzo ko di fila, ma oggi il primo imperativo per la Ternana e per tutti i tifosi deve essere proprio questo: piedi per terra e equilibrio. E’ vero, con i tre punti presi con autorità e pieno merito a Frosinone la zona play off adesso dista soltanto due punti contro i cinque che separano i rossoverdi dalla Virtus Entella e dalla zona play out. Certo, gli undici punti messi assieme dagli uomini di Tesser nelle ultime cinque giornate sono un bottino che nessuna delle squadre che precedono le Fere in classifica può vantare nello stesso periodo: né il Carpi (9), né il Frosinone (7), né Bologna, Spezia e Lanciano (6), né il Livorno (4 ma con una gara in meno), né Trapani o Avellino (5).

Tuttavia i numeri da grande non possono e non devono far perdere di vista a nessuno la lezione di questo ultimo mese e di una rimonta costruita sul gruppo, sul carattere e l’umiltà. Questa Ternana, per bagaglio tecnico, per rosa e esperienza, non è una squadra costruita per puntare ai play off e quando in estate il mercato si è chiuso fra musi lunghi e recriminazioni, tutti sono stati concordi sul fatto che la salvezza, per quanto sofferta e conquistata col coltello fra i denti all’ultima giornata, sarebbe stata un vero successo.

Un abbaglio generalizzato? Possibile, anche se improbabile. Più facile, invece, che Tesser abbia costruito questo piccolo miracolo sportivo proprio mettendo tutti, se stesso in primis, davanti all’evidenza di una situazione in cui in molti erano pronti a dare per spacciata la Ternana. Testa bassa e lavoro, pochi fronzoli e tanta grinta, allora, a costo di coprirsi con pragmatismo e senza vergogna (la difesa a tre che spesso diventa a cinque) a costo di buttare qualche pallone in più in tribuna e di rinunciare a tante pretese di bel gioco. Quello sarebbe venuto poi, e lo abbiamo visto anche a Frosinone, quando la squadra ha ritrovato carattere e compattezza, quando l’emorragia di risultati è stata interrotta e quando questa giovanissima Ternana ha capito di poter essere qualcosa di più.

Per questo, adesso, farsi ingolosire da una classifica insperata un mese fa sarebbe pericolosissimo. Smarrire l’umiltà che ha condotto i ragazzi di Tesser fino a qui potrebbe significare smarrire se stessi e quell’ingrediente, fatto di sudore e sacrificio, che ha trasformato una squadra spaurita e fragile in un gruppo capace di guardare negli occhi chiunque senza avere paura di nessuno. Fosse anche il Frosinone secondo in classifica, fosse anche il pubblico del Matusa che non conosceva sconfitta da un anno e mezzo.

Siamo sicuri che mister Tesser questo lo sappia benissimo, e le parole pronunciate dopo la vittoria in terra ciociara ci rassicurano. Siamo sicuri che i ragazzi in questi mesi a Terni abbiano capito quale sia la strada che porta alla salvezza, possibilmente senza patemi e togliendosi qualche soddisfazione. Vorremmo però che anche i tifosi non perdessero mai di vista il cammino che ha portato i rossoverdi sin qua e che non smarrissero mai l’entusiasmo e la passione che si sono ricostruiti in queste diciassette giornate. Neanche quando , e non potrà essere altrimenti, torneranno i momenti difficili e la squadra inciamperà di nuovo in quei difetti di gioventù visti nel passato recente.

Servono cinquanta punti, e servono quanto prima. Solo quando il traguardo sarà raggiunto si potrà pensare ad altro, guardare la classifica e, magari, farsi inebriare dall’aria rarefatta. Perché a volte anche la classe operaia va in paradiso, ma a Terni meglio di qualsiasi altro posto tutti sanno che, più spesso, bisogna scendere in strada e difendere con i denti i propri diritti. Uniti, grintosi e umili. Come questa Ternana.