Le contraddizioni della Ternana. E Zadotti si prende le colpe…
La gioia per la rete segnata da Martin Valjent con l'Under 21 della Slovacchia e la convocazione in nazionale dopo due anni di Valeri Bojinov da una parte, i 36 punti in classifica e la certificazione della zona play out dall'altra. Queste le contraddizioni del fine settimana di una Ternana che non può godersi a fondo le prestazioni dei suoi due nazionali perché troppo impegnata a lavorare sul campo per cercare di uscire dalla zona incandescente della classifica. E pensare che fino a un mese fa nessuno avrebbe pensato che oggi, alla vigilia della gara contro il Cittadella, la situazione della Ternana sarebbe stata questa. Magari nessuno ha creduto fino in fondo sulle possibilità dei rossoverdi di restare agganciati al treno dei play off ma, al tempo stesso, nessuno ha mai pensato che a dieci giornate dalla fine la squadra si sarebbe trovata, per la prima volta, invischiata nella vera lotta per non retrocedere.
E allora? La società ha fatto la sua mossa. Il presidente Francesco Zadotti ha parlato prima ai giornali poi direttamente alla squadra. Davanti ai primi non si è nascosto, addossandosi parte delle colpe di questo tracollo. Colpe che ha poi distribuito tra direttore sportivo, staff tecnico e squadra. Ai giocatori, in settimana ha parlato chiaro. Ha detto di stare tranquilli perché la società sarà sempre pronta a supportarli.
Adesso sta alla squadra reagire. I punti sono i giocatori in campo a conquistarli. Punti che sono sfumati sabato scorso contro il Carpi, nonostante la buona prestazione della Ternana. Punti che non si sono visti nelle gare precedenti, punti che la Ternana ha gettato al vento con prestazioni ed errori da censurare.
I numeri della crisi rossoverde sono arci noti, così come sono ben visibili quelli della rinascita del Cittadella. Ecco, proprio al Cittadella la Ternana dovrebbe ispirarsi. Alla capacità dimostrata dalla squadra di Foscarini di risorgere dalle proprie ceneri, anche quest'anno.
La Ternana in queste ultime dieci gare dovrà cercare di essere un'araba fenice. Di rigenerarsi e fuggire via, il più lontano possibile, dalle fiamme della retrocessione.