Le tue parole fanno male…
"Le tue parole fanno male, sono pungenti come spine, sono taglienti come lame affilate" canta Cesare Cremonini in una famosa canzone che, in questi giorni di attriti e frizioni, possono essere plasmate e accostate alla perfezione alla situazione che si è venuta a creare in ambito rossoverde soprattutto dopo la nota ufficiale di Stefano Bandecchi che è suonata un po' come una provocazione. Da quando infatti il comunicato del presidente rossoverde è stato pubblicato, tante sono state le reazioni del popolo rossoverde. C’è chi non ha gradito il messaggio e chi invece ha sposato le parole di Bandecchi; una vera e propria battaglia social che, secondo noi, vede ragioni da una parte e dall'altra.
Senza entrare nel merito di chi abbia o meno il diritto di contestare o meno, vogliamo focalizzare la nostra attenzione sull'uso delle parole, che possono compattare o disunire, possono alleggerire momenti di tensioni oppure crearne altri.
Il messaggio che è passato dalle parole di Stefano Bandecchi ha avuto quindi questo duplice effetto. Le sue parole, infatti, sono suonate a chi le ha lette come un aut aut, o i tifosi entrano per tifare oppure possono non vedere la partita, quando probabilmente alla base di tutto c'era un discorso leggermente diverso: con una squadra che non è ancora forte psicologicamente, che ha dimostrato di aver perso tutte le sue certezze in questi ultimi tre mesi, forse serve più la carota che il bastone.
Esordire dicendo "Ho vissuto con più serenità le ultime due partite lontano dal Liberati che la prossima. Temo questa gara in casa perché se la tifoseria verrà allo stadio per criticare e contestare la squadra, sarà un problema" probabilmente non è la maniera più distensiva per affrontare un argomento tanto delicato, potrebbe sembrare un attacco al cuore del pubblico, a chi nonostante tutto è sempre stato allo stadio anche ora che le cose non vanno per il verso giusto. Esordire così può suonare come una sfida che, anche se subito dopo si spiegano i motivi di questa affermazione tanto forte, questi passano quasi in secondo piano e si finisce per farsi una battaglia del tutto inutile e inappropriata per il momento storico della Ternana.
Questo però è il modo di essere di Bandecchi. Pronto alla critica, senza giri di parole e poco incline alle diplomazie.
Lo ripetiamo, non si tratta di dar ragione a questo o quello, tanto più che ognuno di noi (anche in redazione) ha una sua opinione e un suo credo a riguardo; qui ci si muove nel puro campo semantico, si tratta di creare un clima distensivo e sereno (per quanto possibile), senza prestare il fianco ad interpretazioni multiple, che tanto creano scompiglio.