Lettera aperta a Simone Longarini
La nostra redazione ha voluto scrivere questa lettera aperta a Simone Longarini. Tutti noi abbiamo messo mano a questa chiacchierata. È la somma di tutti i nostri pensieri. Un vero e proprio redazionale. Se anche voi volete aggiungere qualcosa il nostro indirizzo mail lo conoscete ternananews@gmail.com
Gentile Simone Longarini,
non siamo potuti essere all'ultima conferenza stampa per problemi logistici. Ma grazie ai nostri colleghi delle tv e di internet abbiamo avuto modo di vederla tutta.
Volevamo quindi dire la nostra, segnarci qualche domanda, qualche riflessione. Da rendere pubblica, come nostro costume, per poi magari rivolgergliela alla prossima occasione.
Il punto focale della sua chiacchierata con la stampa è sempre quello: vogliamo portare la Ternana ad essere autosufficiente. Lei ribadisce più volte un concetto: questa è una mossa impopolare. Non siamo d'accordo. A noi questa impostazione piace molto, moltissimo. Vorrà dire che impareremo ad applaudire i giovani ragazzi che scopriremo in giro per l'Umbria o per il mondo, che l'appartenenza alla squadra sarà ancora più forte (visto che comunque il ternano è "nato pe' tribbolà"), che ogni partita sarà una battaglia. Se alle spalle c'è una famiglia seria ed economicamente solida come la sua, noi ci sentiamo le spalle coperte. In Italia si parla tanto di giovani e di costruire sui giovani. Poi nessuno lo fa. Forse lei, visto che è giovane, ha una visione diversa. Magari lei veramente riesce a farlo.
Nessun tifoso vorrebbe vedere la propria squadra fallire. Su questo stia tranquillo. Ma proprio per avere una reale comunione d'intenti ci vorrebbe un atteggiamento diverso, un'apertura diversa nei confronti della piazza.
Lei chiede fiducia. E lei stesso ricorda che la fiducia non si chiede: si da. E allora ce la dia fiducia. Dia fiducia a questa piazza, a questa città, a questa tifoseria, a questa stampa. Oppure al contrario: visto che lei ci chiede fiducia, noi la chiediamo a lei.
Alla conferenza stampa di presentazione dello staff tecnico praticamente tutte le domande erano per lei. Se ne sarà sicuramente accorto: la gente, noi per primi, vuole sapere. Vuole conoscerla.
Per fortuna e dopo anni la famiglia Longarini in prima persona si impegna nella Ternana. E il risultato qual è: la Ternana più indecifrabile della storia! Non si nasconda dietro la sua cortesia: lei dice di essere disponibile con noi. Poi aggiunge (e lo ha fatto piu volte): se vi va bene è così, è il nostro modo, non cambieremo nulla. Questo non è un confronto. Lei è liberissimo di interpretare i rapporti con la piazza e con la stampa come meglio crede, ma non siamo d'accordo con lei.
Lei dice di consegnarci il palazzo finito. Quindi secondo lei noi potremmo avere risposte solo a stagione completata? O a campagna acquisti finita?
Lei dice che le risposte le darà solo quando potrà: ci mancherebbe! Ma così non c'è empatia. Il taccuino chiuso o aperto non le interessa. La comunicazione avverrà ogni 15 giorni in conferenza stampa o con comunicati ufficiali, per tutto. Ecco questo non ci piace. Ma non (solo) perché noi siamo giornalisti, ma perché così si crea una frattura con la tifoseria, con la gente. Siamo nel 2015, la comunicazione viaggia in tempo reale e non si possono aspettare 15 giorni per avere delle risposte "ufficiali".
O nel clima di reciproco interesse c'è la collaborazione (ognuno con le proprie prerogative) di andare tutti, consapevolmente, verso una direzione oppure cambiano i rapporti.
I rapporti sarebbero quelli di un padrone autarchico che decide quello che devono fare tutti. Sono scelte, tutte legittime. La società è la vostra e in questi anni avete fatto sempre quello che volevate, senza mai prendere in considerazione gli umori della piazza. Alle volte abbiamo avuto anche la sensazione che non sapeste neanche bene quello che succedeva, nella vostra Ternana. Ma se noi ci interessiamo alla Ternana è perché la Ternana fa parte di noi da sempre. La sua famiglia è proprietaria da più di dieci anni (anche se raramente vi abbiamo visto), noi siamo qui da appena nati. Questi colori li sentiamo dentro. Anche lei è tifoso, ha detto. Noi abbiamo pianto per questi colori, siamo impazziti di gioia. Abbiamo preso freddo e caldo. Abbiamo conosciuto l'amore, abbiamo preso i rimproveri dei nostri genitori, ci siamo rovinati una vacanza o aggiustato una giornata. La Ternana fa parte della nostra vita e se facciamo delle domande, anche tutti i giorni, se vogliamo parlare con il presidente, se vogliamo sapere gli acquisti è sempre per amore.
Ormai nel 2015 è difficile trovare una società che parli per comunicati stampa. La comunicazione (peraltro spesso decisamente più impegnativa che quella locale) fa parte del gioco. È rispettata e tenuta in considerazione. Voi invece chiedete fiducia per il bene della Ternana. Per il bene della Ternana non si faranno domande scomode, per il bene della Ternana sappiamo noi quello che bisogna fare, per il bene della Ternana il prodotto ve lo consegnamo quando è pronto. Intanto però io in quel palazzo ci vivo o ci vivrò. Vorrei sapere che tipo di materiale utilizzate, il capitolato com'è… Chiaro che non mi interessa sapere se tutti gli operai hanno le scarpe antinfortunistica ma se vengono rispettate tutte le leggi sì. Ho la possibilità di vedere un progetto? Voi potete dirmi: se non ti piace non compri casa. Vero: ma la squadra non la scelgo io. Anzi l'avete scelta voi: voi avete preso la Ternana. E per renderla quella società indipendente e autonoma (ribadiamo è una cosa che ci piace molto) non potete tagliarci fuori! Il calcio è un'azienda particolare, non un'impresa edile. Il calcio è uno sport. Se ne parla al bar, se ne parla con gli amici, ci giocano tutti e tutti pensano di essere più bravo di quelli che vanno veramente in campo. Il calcio è uno dei pochi sport che puoi giocare praticamente ovunque. Basta un pallone e un amico. Il calcio è uno dei più grandi fenomeni di massa che ci sono nel mondo. Il calcio è passione, è vita, è sentimento. Si soffre per il calcio, si esulta per il calcio. Si piange per il calcio, si fanno follie per il calcio. Alle volte il calcio è follia. Il calcio è di tutti. Il calcio è dei tifosi. Di tutti noi tifosi.
La piazza invece ora si è allontanata. Non ha parlato nessuno, tranne lei in conferenza stampa. La discrezione non può essere isolamento. Perché poi i vuoti qualcuno li riempe. Il presidente Masoni non si è fatto mai vedere a Terni. Mai una parola. Perché? Dà l'impressione di essere presidente nel suo poco tempo libero (visto che stiamo parlando di uno dei più noti avvocati di Roma).
Poi c'è la vicenda ds: non sappiamo quale sia la strategia ma in questo caso si sta giocando con l'equivoco. Cozzella ha il contratto, è sempre stato il ds. Perché non essere chiari, però? La città di Terni si sente confusa, non capisce. Cozzella esautorato da fine campionato ora torna all'improvviso grazie a un comunicato stampa. Non vogliamo entrare nel merito della questione, ma con tutto il rispetto, questa non è programmazione. Si è parlato del Carpi, del Frosinone, del Lanciano. Le idee in questi posti negli ultimi anni sono state chiare. La programmazione è anche avere una sicurezza di obiettivi, di persone. Uniti dalla stessa parte. Condividere. Sentirsi parte integrante della città. La tifoseria di Terni, in virtù del nuovo corso che lei ha detto di volere iniziare, merita di capire.
Magari non tutti saranno d'accordo con quello che si sta facendo o con quello che si vorrebbe fare. Magari qualcuno dirà lo stesso che la famiglia Longarini non capisce nulla. Magari avrete fatto davvero degli errori di valutazione e quindi ci sta anche qualche critica. Ma parlare e spiegare è l'unico modo di riprendersi la città. L'altro è vincere contro tutto e contro tutti. E a noi sembra che in questo momento stia accandendo (di nuovo) lo scontro frontale. Sarebbe tornare indietro di almeno 5 anni. Nel punto più basso della vostra gestione. In C2 con 400 persone allo stadio e gli amministratori della società odiati dalla città. Ci aspettiamo di rivedere Oshadogan con i pantaloni da golfista e Raggi di nuovo allenatore.
Crediamo che ci sia bisogno di tempo anche per capire i suoi messaggi. O la nuova impostazione che si intende dare alla società. Ma non si può farlo da lontano, rimanendo in silenzio e chiedendo a tutti di non parlare. Dal nostro punto di vista (che peraltro rispetto a quello di tanti altri è privilegiato) crediamo che siano stati commessi molti errori, anche nell'ultimo mese. E soprattutto ci sono molte domande alle quali bisogna rispondere, altrimenti ce ne saranno sempre di più.
Questo il nostro pensiero, sperando che sia arrivato fino in fondo a leggere. Ora le nostre domande sono queste. Quando invece, più banalmente, dovrebbero essere perché non compriamo Tizio invece che Caio, cosa è successo con Sempronio, perché il mister non ha messo la difesa a 4 invece che a 3. In questo diamo fiducia a Toscano e a Cozzella. Consapevoli che anche loro (come tutti noi) sbaglieranno.