Che la Ternana avrebbe dovuto vendere lo sapevano anche i sassi. E il problema non è vendere, se arrivano le offerte giuste. Il problema è saper sostituire.
Nel calcio nessuno si può permettere di non vendere. Con criterio certo, senza dare sensazione di smantellare, tenendo presenti i principi che legano lo spogliatoio. Ma nessuno – a parte 10 società nel mondo – può permettersi di non vendere.
Men che mai una società di Serie B, con un presidente certamente meno abbiente di Bandecchi e che sin dall’inizio della sua avventura parla di sostenibilità. La Ternana per sopravvivere deve salvarsi trovando talenti e vendendoli. La chiave – ovviamente – è salvarsi. E per farlo non serve non vendere, ma saper trovare bene i sostituti. Su due direttrici. La prima quella della qualità immediata, quello che possono portare subito alla squadra.
L’altro invece sulla futuribilità: giocatori di proprietà che possano crescere insieme alla Ternana e quindi costituirne un valore.
Finora la Ternana i giovani di valore che aveva li ha venduti o li sa per vendere. E’ un lavoro fatto nella precedente gestione. E allo stesso tempo sono stati sostituiti i partenti con giocatori in grado di poter permettere il raggiungimento dell’obiettivo. Nessuno ti da la garanzia, ma la Ternana sta lottando, nonostante un inizio complicato.
Ora – al netto delle enormi frizioni che ci sono state con Diakité – potrebbero partire altri giocatori. Capozucca in conferenza stampa ha detto che le partenze di Falletti e Corrado sono arrivate anche perché i giocatori lo hanno chiesto: non tanto per volontà della società. Che a quel punto ha cercato di guadagnare qualcosa e allo stesso tempo di rimanere competitiva: Carboni e Pereiro lo stanno a testimoniare.
Ora toccherà anche a Mantovani, a Luperini e (vedremo) a Diakité? Probabilmente sì e ci si potrà fare poco. Se non cercare di prendere il più possibile e cercare giocatori altrettanto validi. Ma non c’è nessuna smobilitazione, perché non ci sembra sia questo il segnale che sta dando la Ternana.
Di sicuro c’è un cambio completo di rotta rispetto a prima. Una completa rivoluzione del gruppo, iniziata in estate e che sta proseguendo ora. Quasi tutti i giocatori della passata stagione non ci sono più, salvo pochissimi reduci (Iannarilli, Capuano, Favilli, Sorensen che peraltro è a scadenza contratto). C’è un cambio completo di pelle. Per una nuova Ternana che – secondo noi – non può essere giudicata con lo stesso metro della scorsa proprietà.
Questa Ternana sta vivendo una stagione complicata, di trasformazione e si sta ridisegnando. Ha bisogno di risultati e di appoggio, almeno finché le cose sono fatte secondo un criterio e non portino alla rovina di un tesoro.
E’ rischioso, certo. E pensare che sia un percorso facile è da folli: è la ricetta che inseguono tutti. E in pochi ci riescono. Ma sono quei pochi da prendere ad esempio. E guardare soltanto il bicchiere mezzo vuoto, oggi, non conviene a nessuno. E’ una Ternana competitiva (per la salvezza) anche con le cessioni: vuol dire che allora il lavoro fatto finora è stato soddisfacente. E bisogna solo continuare così: anche nel supporto.
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