Lo strano caso di Janse, difeso e giustiziato ancora prima del processo
Sono passate soltanto poco più di 24 ore dal momento in cui il caso Catania- Ternana si è prepotentemente preso la prima pagina in quella che si prospettava come una nuova, calda estate di mercato. Un giorno dal momento in cui il rossoverde indagato ha avuto un nome e un cognome: Jens Janse. Questo dicono le intercettazioni in possesso della Procura di Catania, questo e poco altro, almeno per ora.
Già, perché a ben vedere in quegli interminabili scambi di battute, intrisi di doppi sensi e allusioni, l'unica certezza che c'è rispetto al difensore rossoverde è che Delli Carri, Arbotti e Di Luzio dicono di aver stabilito un contatto col giocatore e si convincono infine che il suo errore, in occasione del 2-0 realizzato da Castro, sia stato evidentemente voluto e cercato. Tante telefonate, in fondo, per dirsi queste cose basilari. Questo basta a fare dell'olandese un colpevole?
Lungi da noi voler fare gli avvocati del diavolo, nonostante le parole di coloro che al momento si trovano agli arresti domiciliari, non è sufficiente affermare di aver contattato una persona e di averla pagata per commettere un illecito sportivo, ma soprattutto per far si che quella persona sia davvero autrice dell'illecito sportivo che le viene imputato. Insomma, fino alla fine del processo, che tra le altre cose non è ancora nemmeno iniziato, vige e deve per forza vigere la presunzione di innocenza, non per buonismo ma per diritto e per legge. Quello che abbiamo letto tutti, in queste ore, è quanto presentato dalla Procura di Catania per dare il via al procedimento per mettere in piedi un processo, ed è quindi quello che l'accusa mette sul tavolo per provare quanto concluso in mesi di indagini: ora starà alle difese (almeno nel processo sportivo) confutare le accuse e dimostrare e mostrare le prove dell'innocenza del giocatore. Come andrà non può saperlo nessuno, al momento, proprio perchè le intercettazioni sono soltanto l'inizio di tutto un processo che è stato appena messo in moto e che manca ancora di elementi fondamentali per poter essere giudicato e affrontato a 360 gradi.
Quello che sappiamo, per adesso, è che Jens Janse, difensore olandese in forza alla Ternana nella stagione appena conclusasi, è indagato dalla Procura di Catania per presunta frode sportiva, ma la presunzione non è colpevolezza, e soprattutto non sta a nessuno, se non ai giudici, decidere chi e in che misura sia colpevole.
A noi, che abbiamo la Ternana nel cuore e che in questi giorni ci siamo sentiti spiazzati, alcuni traditi, alcuni ancora increduli, non resta che prendere atto di ciò che possiamo sapere, e di conseguenza aspettare che la giustizia faccia il suo corso. Senza ergerci a difensori o a giustizieri ad oltranza, sperando solo che tutto si risolva nel minor tempo e nel miglior modo possibile.