Terzultima con un solo punto di vantaggio sulle ultime due, Latina e Crotone, guarda caso due squadre contro le quali la Ternana ha conquistato punti: vittoria in Calabria nella giornata d’apertura e pareggio in trasferta contro i laziali. E’ vero che ai rossoverdi manca di giocare la partita di domani sera con il Bari ma tanto in basso, in questo triennio di serie B successivo alla vittoria in Prima Divisione, la Ternana non era mai stata. Un segnale chiaro, inequivocabile. L’ennesimo per fotografare la situazione di disagio che sta vivendo la squadra rossoverde che non riesce a vincere dal 14 di settembre (Vicenza) che nelle ultime sei giornate ha messo insieme la miseria di due punti, che in casa deve ancora centrare una vittoria.
Dati di fatto, numeri che raccontano una realtà diventata complicatissima. Sapevamo in estate che le scelte societarie avrebbero creato più di una situazione di rischio per la squadra. La rosa ridotta, i tanti giovani, il motto “fare di più con meno” sbandierato quasi fosse una scelta illuminata, esclusiva. Invece tutti nel calcio vorrebbero fare “di più con meno” ma chi ci ha provato raramente c’è riuscito. O magari gli è andata bene per un anno o due poi ha pagato dazio. E soprattutto certe scelte strategiche debbono avere un entroterra solido, a cominciare proprio dalla società che dovrebbe essere solida nelle sue strutture, capace di sopportare anche momenti difficili come quello che sta vivendo la Ternana, rilanciando con messaggi chiari e decisi un’immagine che le sconfitte inevitabilmente offuscano.
Invece da via Aleardi non esce neppure un gemito. Quasi che i problemi fossero esclusiva di Tesser e della squadra. Come dire “l’organico te l’abbiamo dato, ti è andato bene ora tira fuori i punti per la salvezza”. Discorsi che, vogliamo credere, il presidente Zadotti non ha mai fatto al tecnico veneto. La speranza è che almeno in privato ci abbia parlato, si sia confrontato, abbia in qualche modo sostenuto il gruppo falcidiato da squalifiche e infortuni come capita a quasi tutti in una stagione lunga 42 partite. Insomma, vogliamo credere che la Ternana (staff e squadra) non stia vivendo in solitudine il periodo più buio da tre anni a questa parte. Ma sono speranze non certezze. Perché da via Aleardi ufficialmente non è uscito un solo monosillabo. E in questi casi non è sufficiente nemmeno la telefonata del cronista, l’intervista pubblicata da un sito internet o da un giornale. Occorre metterci la faccia concretamente, ufficialmente. Una conferenza stampa, la faccia e le parole che escono davanti a tanti microfoni e alle telecamere delle televisioni perché in questi casi conta più la voce della società, una spinta emotiva piuttosto che un giocatore in più o in meno.
Invece l’appello alla città arriva dai giocatori e dall’allenatore che oggi più di sempre debbono fare quadrato per uscire dalla melma nella quale sono affondati. E’ su loro stessi che debbono fare conto e sulla passione di una città che vive un periodo ancor più difficile della Ternana. E con questa convinzione la Ternana operaia e incerottata di questi tempi deve andare a Bari a fare la propria partita cercando di portare via almeno un punto. Avrebbe un incidenza straordinaria sul morale di Fazio e compagni ai quali, ne siamo convinti, una vittoria ridarebbe smalto ed energie per allontanarsi dall’area di massimo rischio. Lasciando comunque intatti i problemi strutturali e gestionali che l’affliggono.
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