Longarini, virate e voglia di cedere. Ma c’è bisogno di chiarezza
Il calcio mercato invernale ha consumato anche le sue ultime ore di vita ma dalle nostre parti non c’è mai stata la tensione o l’interesse tipico di queste situazioni perché la società è stata chiara: non ci sono i soldi quindi non si fanno acquisti e neppure si possono appesantire i costi di una gestione che, vale la pena ricordarlo, sono tra i più bassi della categoria, inferiori a quelli di parecchie squadre di Lega Pro. E’ la filosofia imposta dalla scelta di fondo della famiglia Longarini che quest’anno ha deciso di non investire. Austerity quindi. Assoluta. In attesa di vendere. Visti i tempi e considerato che Longarini ha in carico la Ternana da più di dieci anni sono scelte che posso starci. E’ lecito voler lasciare il calcio che regala (nel suo caso) poche soddisfazioni ed è altrettanto comprensibile non voler mettere milioni in un’impresa che vive a cento chilometri di distanza e che non interessa più la famiglia, tanto che da tempo non c’è un Longarini a vedere le partite della Ternana. Magari ci si può chiedere come mai questo “rifiuto” è sorto così improvviso, dopo che esponenti della famiglia sono stati vicinissimi alla squadra nella passata stagione, dopo che per anni sono state accettate gestioni quantomeno bizzarre. Problemi loro, inutile cercare di capire. Però sarebbe auspicabile che la famiglia spiegasse alla squadra, ai propri dipendenti e alla città questa scelta. Motivandola per renderla chiara, ufficiale, alla luce del sole. Senza costringere ai classici salti mortali Cozzella in sede di mercato e Tesser durante il campionato. Gente che si è adeguata alle necessità cambiando improvvisamente il programma, puntando sui giovani fatti in casa da far crescere per renderli futuri “uomini mercato” in grado quindi di contribuire alla permanenza del club tra i cadetti. Ma i Longarini non parlano con la città, decidono e indicano la strada ai propri collaboratori anche con virate di 180 gradi perché nessuno può dimenticare come un anno fa si parlava di play off, di investimenti su giocatori e strutture, di centro sportivo e stadio da rifare. In poco tempo è cambiato tutto. Ribaltato il copione sempre attraverso le parole del presidente Zadotti al quale la linea ovviamente viene indicata. Non bastasse questo si sono sovrapposte le tante possibili, a volte improbabili, trattative per la cessione della società. Tante ipotesi, compratori che si sono accavallati ma situazione che non è stata sbloccata anche perché ci sono sempre un bel po’ di azioni poste sotto sequestro dal tribunale. Ternana difficile da vendere, forse impossibile al momento. E allora visto che tutto questo era chiaro a venditori e compratori, perché tanto rumore per niente? Tanta improvvisazione a danno di una squadra che ha dimostrato di sentire anche troppo certe situazioni e di una piazza sempre più disorientata? Perché mai la chiarezza che potrebbe arrivare da una bella conferenza stampa nel corso della quale i Longarini chiariscono una volta per tutte i propri intendimenti? E’ giusto ribadire una volta di più che il “Patron” ha tutto il diritto di mollare la Ternana ma perché non farlo in silenzio, senza creare turbative con interventi e smentite che si sovrappongono da parte di imprenditori che oggi comprano la Ternana e domani l’Anzio Lavinio o che oggi smentiscono e domani confermano? Ci sono tempi e modalità per ogni azione. La Ternana li sta sbagliando tutti dimenticando che al centro del progetto c’è sempre una squadra e il risultato della domenica. Quello che determina il valore di una società e la sua “vendibilità”. In B si può anche vendere in Lega Pro è difficile anche regalare una società mettendoci sopra qualche euro per lo scomodo. Per questo, come diceva una vecchia pubblicità “Meditate gente. Meditate”.