L’orgoglio (di Terni) e il pregiudizio: lettera a Santopadre…
La vicenda della serie B e dei mancati ripescaggi ora è sulla bocca di tutti. Ora ne parlano le tv nazionali, i quotidiani nazionali. E tutti convengono sul fatto che sia un pasticcio. Forse non è un caso, visto che finora nessun tribunale si è espresso nel merito. Finora nessuno aveva deciso chi aveva ragione o meno, nessuno (né tribunale sportivo né ordinario). Ora che qualcuno è netrato nel merito tutti si sono accorti che qualcuno aveva sbagliato, che si è creato un cortocircuito.
Ieri la B ha tuonato: non avete rispetto per noi, per gli imprenditori seri. E finora chi ha avuto rispetto per i tifosi della Ternana (Siena, Pro Vercelli, Novara, Catania e per altre ragioni dell’Entella)? Forse le città sono meno importanti, forse gli imprenditori valgono di meno? Soltanto perché sono retrocessi? Perché hanno commesso qualche errore di troppo, magari dettato anche dall’inesperienza? Perché finora la difesa delle città, delle tifoserie, del gioco, del movimento calcio non è stata mai tirata in gioco…
Per far capire il nostro pensiero ci appoggiamo alle parole del presidente del Perugia Santopadre, come se ci fosse un contraddittorio fra noi e lui. Solo perché è poco lontano da noi e perché veramente ci spiace, che al di là della rivalità (sportiva, politica e geografica), non si sia capito lo spirito della battaglia condotta dalla Ternana (e dalle altre) per vedere riconosciute le proprie ragioni. Qui stiamo parlando di legalità. Il “colpo di Stato” non lo hanno certo voluto fare le ricorrenti, ma lo hanno subito…
Santopadre: “Sono tre mesi che non si fa altro che parlare della parte legale”.
Vero presidente, verissimo. Ma la responsabilità di chi è? All’inizio sarebbe stata solo una battaglia legale fra Novara (e Catania) e le tre (noi, Ternana e Pro Vercelli). Per andare a riempire delle caselle vuote, determinate da alcune società fallite. La B a 19 ha portato la discussione anche sul discorso “format”. Senza considerare che finora nessun organo giudicante è entrato nel merito di questa decisione, nessuno ha detto “avete ragione o avete torto”. Tutti hanno detto, fino al TAR dell’altro giorno, “non tocca a noi decidere”. Lei si sarebbe arreso?
Santopadre: “Cinque anni fa ho investito tantissimi soldi per poter vincere sul campo C2 e C1. Io prego chi mi ascolta, credo il Consiglio di Stato, di valutare il fatto che tutto questo succede perché ci sono dei club che non vogliono vincere sul campo ma nelle aule dei tribunali”.
Per arrivare in serie B, tutti hanno speso quanto ha speso lei, presidente. Anche per mantenere la categoria, mentre lei era in serie C1 o C2. Qui nessuno dice che non si deve vincere sul campo, ma allo stesso tempo bisogna far rispettare le regole. Sono fallite tre squadre, presidente, perché in un modo o nell’altro avevano barato. Non erano in grado di sostenere gli impegni economici e finanziari della loro gestione. Lei si sarebbe dovuto indignare perché qualcuno che partecipava al suo stesso campionato barava: il Bari è arrivato più in alto del Perugia lo scorso anno… non ritiene che sia più scandaloso chi cerca di vincere barando piuttosto che chi vorrebbe vedere riconosciute le proprie ragioni?
Santopadre: “Ci hanno detto che siamo dei morti di fame e dei venduti, oltre che degli irresponsabili. Siamo le uniche vittime di questa situazione: il 13 agosto il presidente Balata ci ha comunicato che la nostra Federazione ci aveva dato il via al campionato al 19. Noi per responsabilità verso i nostri tifosi avevamo l'obbligo di far partire il campionato”
Su questo presidente non siamo proprio d’accordo. Voi, inteso come la Lega di B, non siete affatto le uniche vittime. Forse neanche vittime. Siete voi che a più riprese all’unanimità avete espresso il desiderio di iniziare a giocare senza aspettare che la giustizia sportiva decidesse sui ripescaggi. Avevate tutti i diritti di questo mondo, la giustizia sportiva è stata probabilmente la prima colpevole di questa vicenda. Volevate preservare i diritti di tanti tifosi, delle vostre società. Ma avete fatto pressioni sulla Figc: questo non lo può negare. Tanto che in molti, noi compresi, ci siamo meravigliati che Fabbricini abbia dato l’ok a mezz’ora dalla presentazione dei calendari. Si ricorderà sicuramente di quella giornata… lei era sicuro che la Figc avrebbe dato l’ok? Con un cambio di format che non era possibile fare, regolamento alla mano? Lei potrà obiettare che il format non è stato toccato… bene allora le chiediamo: il prossimo anno la B salirà comunque a 22 indipendentemente da come andrà a finire questa vicenda?
Riguardo alle offese conveniamo sul fatto che siano state eccessive, fuori luogo. Ma sarà d’accordo con noi che la vicenda economica non può non avere un peso. È stato lo stesso presidente Balata che ha detto che in questo modo la B è più sostenibile. Con i soldi della mutualità in più da dividere in 19. Lo sa meglio di noi che sono circa 600mila euro in più alla fine (tenuto anche conto dei tre incassi che non saranno fatti per via di tre partite in meno). Con 600mila euro in più non si “salva” una società. E comunque, a nostro avviso, si spende un po’ di più perché sale la competitività.
Santopadre: “È una situazione intollerabile, basta: ci sono imprenditori che si rovinano per giocare in B. Vogliamo che lo Stato ci tuteli, siamo gente perbene, onesta, che ha sempre pagato gli stipendi. Purtroppo qualche club è fallito, ma non è tutta l'erba un fascip”
Il problema, presidente, è che ci sono alcuni suoi colleghi che si rovinano per giocare in B. Non ci si deve rovinare. E non saranno i 600mila euro a salvare chi si rovina per giocare in B. Si deve fare in modo che il calcio sia credibile. Sostenibile. E la prima cosa da fare (dopo avere imprenditori seri e onesti, come giustamente lei ha sottolineato) è avere una certezza delle regole e una visione comune. Noi abbiamo avuto la sensazione che senza una guida forte (con il commissariamento) si sia dato spazio a interessi personalistici, o di categoria. Da parte nostra abbiamo avuto la sensazione noi di essere abbandonati dalle istituzioni. Noi di essere calpestati dagli interessi forti. Noi di non essere tenuti in considerazione,
C’erano tre posti liberi in B per fallimenti o mancate iscrizioni. E quei tre posti vengono assegnati tramite una graduatoria. Di chi è la colpa se questa graduatoria non è stata mai fatta? Della Ternana? Delle altre ricorrenti? Della LegaB?
Noi sicuramente siamo le vittime, caro presidente. Forse anche voi… e quindi al massimo siamo sulla stessa barca. Di un calcio che ha delle regole che non funzionano. Di un calcio in cui le regole possono essere interpretate troppo spesso e troppo agilmente. Però non ci dica che noi vogliamo vincere un campionato senza giocarlo… il ripescaggio dipende da dei criteri e si verifica in caso qualcuno non abbia giocato secondo le regole.
Noi siamo per le regole e ora speriamo che sia per le regole la nuova governance del calcio. La Figc deve tornare a decidere nel proprio terreno, secondo dei criteri, non delle interpretazioni.
Con rispetto (ma sempre con rivalità, almeno sportiva), a presto (speriamo, almeno noi).