L’ultimo derby è sempre quello che conta
Siamo in clima partita, inutile negarlo. Di un derby strano, in casa rossoverde. In cui si è parlato tanto di società e poco di campo. In cui si è guardato più all’infermeria piuttosto fra chi invece sarebbe sceso in campo. Un derby in cui si sono contati i derby in cui Bandecchi (e Unicusano) sono rimasti imbattuti e in cui i presidenti (almeno pubblicamente) hanno giocato con il fairplay.
Ma tra poco non conterà più nulla. Perché l’unica cosa che conterà sarà il campo. E pensare a quanti derby Bandecchi abbia festeggiato, alla striscia della Ternana, alle vittorie di Lucarelli (supercoppa compresa), ai protagonisti delle ultime straregionali (tutte in maglia rossoverde) non importerà più a nessuno.
Serviranno solo per – eventualmente – grattarsi in segno scaramantico o dileggiare l’avversario a fine partita. Non esisterà nulla: esisterà l’attesa, fino alle 16:15. Magari cantando, per chi sarà allo stadio. Nulla, forse neanche il pranzo, per gli stomaci più deboli.
E’ un derby che vale tanto. Inutile nascondersi. E’ un derby che vede contrapposte due filosofie (Castori e Andreazzoli): mai come in questo caso i mondi sono contrapposti. La verticalizzazione contro il palleggio, la zona playoff contro la salvezza, la voglia di allungare la striscia positiva e quella di interromperla il prima possibile. Terni contro Perugia, da sempre è stata contrapposizione. In politica (e se volete ritiriamo fuori la questione dello stadio-clinica), in economia. Nel tessuto sociale, l’estrazione, la cultura, il dialetto.
Pur militando nella stessa categoria, quasi mai Ternana e Perugia sono state così lontane.
Ma attenzione perché questo derby può allontanarle ancora di più o avvicinarle ulteriormente. Ecco perché è importante. E non vale da solo come derby. Vale proprio per la classifica, per l’umore, per il passo. La Ternana vuole la continuità, il Perugia ha bisogno di un’altra zampata. E allora la Ternana, piena di cerotti, non deve che pensare a sé stessa. Non deve neanche chiedere come gioca il Perugia. Deve mandarne in campo 11, contati. E lottare fino alla fine. Deve ritrovare lo smalto dei suoi folletti in avanti: Partipilo e Falletti. Deve supportare la vena creativa del capitano. Deve stringersi intorno a Sorensen e Mantovani. Deve cercare di preservare Iannarilli che protagonista lo è già stato. La Ternana deve vincere per chi non può scendere in campo. Lo diciamo solo stavolta e poi dobbiamo dimenticarcene il prima possibile: Diakité, Capuano, Bogdan, Corrado, Agazzi, Favilli. Giocherebbero tutti titolari nel Perugia (e anche nella Ternana). E’ mezza squadra. Ma questa Ternana ha dimostrato di avere risorse ovunque, di avere una rosa equilibrata e in grado di sopportare anche tutte queste assenze. 11 scenderanno in campo e 11 venderanno cara la loro pelle. 11 più chi verrà chiamato a farlo dalla panchina, a gara in corso. La Ternana non ha mai avuto paura. E combatterà con le sue armi, quelle che Andreazzoli ha sempre predicato. Lasciando – per 90 minuti soltanto – da parte gli arbitri, che – scuse alla mano – hanno certamente tolto qualche punto alla corsa della Ternana. Bene: quei punti la Ternana se li deve riprendere sul campo. Nel derby. Quale occasione migliore.
Poi riprenderemo a parlare del resto. Di tutto quanto. Ma ora conta solo una cosa. Il derby. L’ultimo derby, Questo derby. Il resto non conta.