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L’unione (e la vicinanza alla città) fanno la forza della squadra, per ora

La visita di Stefano Bandecchi alla squadra prima dell'allenamento di ieri, la "visita" di Sandro Pochesci e Stefano Ranucci alla partenza della corsa e camminata non competitiva di beneficenza "Notturna di Fine Estate – 3° Memorial Mauro Moroni" organizzata dalla Ternana Marathon Club con i proventi che saranno destinati alla Fondazione Umberto Veronesi dimostrano, una volta di più, due cose fondamentali. Primo, la vicinanza della proprietà alla squadra. 

Una proprietà che alla vigilia di una partita delicata e difficile come quella del San Nicola contro il Bari, ha voluto far sentire la sua presenza alla rosa rossoverde. Per spronare, incoraggiare, ispirare. E per ricordare, qualora ce ne fosse bisogno, che l'asticella dell'attenzione va sempre tenuta altissima. Secondo, la vicinanza della società all'intera città. Si potrà obiettare di tutto al nuovo Unicusano, non certo quello di aver provato (e continuare a provare) in ogni modo a far tornare l'entusiasmo della gente intorno alla Ternana. 

E per farlo, il primo ingrediente fondamentale è, anche qui come nel caso delle visite di Bandecchi alla squadra, la presenza. La presenza negli eventi sportivi e non solo di solidarietà che interessano il tessuto cittadino. Una presenza che non è solo forma ma anche sostanza, ad esempio nell'aver trasformato le voci intorno all'abbandono della vecchia sede societaria nell'opportunità di apportare una miglioria in quella che, secondo gli annunci di Ranucci, sarà la nuova casa della Ternana Calcio, anzi della Ternana Unicusano Calcio, più vicina al centro cittadino, più tecnologicamente avanzata e più funzionale. 

Atteggiamenti che per ora, con la squadra che a parte il passo falso di Chiavari è partita bene in campionato, hanno fatto dimenticare il mercato "oculato" a dispetto dei grandi obiettivi dichiarati e il mancato arrivo dei grandi nomi in sede di calciomercato, al posto dei quali trovano spazio in rosa giovani di belle speranze saliti dalle categorie minori e qualche elemento di esperienza. La parola ultima ce l'avrà, nel giudizio della gente e della stampa, com'è normale e giusto che sia, sempre e solo il campo. Per mettere in pratica il gioco dell'allenatore, che incarna calcisticamente parlando la filosofia e la linea societaria, la squadra deve giocare sempre a mille, collaborare a fondo in ogni sua componente ed essere sempre organizzata. 

Lo ha riconosciuto uno degli elementi di maggiore esperienza della rosa, il difensore Roberto Vitiello nella conferenza stampa del giovedì, e le sue parole sono da prendere decisamente sul serio. Difficilmente la Ternana di quest'anno transiterà in questo campionato senza far rumore. Come è stato nelle quattro partite fin qui giocate e anche, paradossalmente, in quella con il Brescia che è stata sospesa per impraticabilità del campo al 20° del primo tempo. Passaggi a vuoto come quello di Chiavari sono giustificabili nell'ambito di un percorso di crescita che è fatto anche di errori e di inciampi, e ci mancherebbe altro. Ma già dalla reazione di Bari si potrà vedere la tenuta morale e caratteriale di questo gruppo. 

Una Ternana disposta a giocare alla morte e alla pari con il Bari fuori casa, magari meglio se con la chance di portare a Terni qualche punto. In casa fare risultato diventa obbligatorio, anche a costo di concedere qualcosa allo spettacolo. E arrivare così dopo una decina di partite a poter capire le reali ambizioni di questa squadra, magari con una posizione di classifica che non obblighi sin da subito a rincorrere affannosamente. Nelle condizioni in cui è partita l'avventura delle Fere nell'era Unicusano, sarebbe lo scenario più complicato. Perchè poi non ci sarebbe vicinanza comunicativa che possa tenere. Come sempre, è il campo a parlare.

Lorenzo Pulcioni

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