Premessa numero uno: perdere contro questo Lanciano, da inizio stagione stabilmente in zona play off, ci può stare. Premessa numero due: perdere contro questo Lanciano, puniti da un episodio sfortunato a fronte di almeno tre palle gol create, non è certo una tragedia. Premessa numero tre: perdere contro questo Lanciano, in una partita chiusa protestando per un calcio di rigore solare non fischiato a pochi secondi dalla fine, provoca più rabbia che dolore. Premessa numero quattro: perdere contro questo Lanciano dopo una striscia di sei risultati utili consecutivi che in un mese hanno fatto della Ternana la squadra che ha conquistato più punti insieme alla capolista Carpi, è tutto tranne che un campanello d’allarme.
Eppure, nonostante tutto, la sconfitta di sabato porta con se il riaprirsi di una ferita che dopo Catania i tifosi speravano finalmente chiusa: il Liberati, quest’anno, è terreno di conquista per tutti. Sarà perché i numeri di questa stagione sono lontani anni luce dagli anni migliori della tifoseria rossoverde, sarà perché la definizione di “terreno amico” non può certo essere abbinata al prato malconcio del Liberati, fatto è che fa impressione scorrere i numeri della stagione casalinga della Ternana. Quattro sconfitte (Bologna, Livorno, Trapani e Lanciano), altrettanti pareggi (Pescara, Avellino, Cittadella e Spezia) e una sola vittoria (Catania) rendono il bottino interno dei rossoverdi a dir poco fallimentare con soli sette punti, il più misero dell’intera cadetteria. Addirittura peggio di quanto fatto da Cittadella (9), Latina (9, ma in 8 gare), Varese (16), Crotone (10) e Brescia (10). Dodici i gol incassati in casa a fronte delle sole sei marcature realizzate. Numeri che disegnano una situazione incomprensibile se si pensa che la Ternana, quella stessa Ternana, è la squadra che ha raccolto più punti in trasferta, ben quindici.
Per spiegare questa situazione, forse, sarebbe più utile chiedere consiglio ad uno psicologo che ad un tecnico e soltanto le categorie mentali potrebbero aiutare a comprendere perché quella squadra spavalda e sfrontata vista lontano da Terni, capace tanto di imporre il proprio gioco quanto di essere cinica quando c’è da difendersi e ripartire in contropiede, fra le mura del Liberati si perda spesso smarrendo trame e meccanismi di gioco provati in settimana da Tesser. Vero è che la Ternana, al Liberati, ha affrontato sei delle prime otto della classifica (escluse la capolista Carpi e il Frosinone secondo) e soltanto una delle ultime cinque (Cittadella) , ma questa lettura non può bastare a dipanare la matassa di questa situazione che vede una squadra giovanissima uscire a testa alta dai campi più difficili (come quello di Perugia o Frosinone) e poi bloccarsi sul terreno in teoria più favorevole. Anche perché a riavvolgere il nastro delle partite giocate in casa troviamo debacle clamorose (Livorno) alternate a sconfitte immeritate (Bologna e Lanciano). Gare incolore (Cittadella) accanto a pareggi divertenti (Pescara) quando non rocamboleschi (Avellino). Per tacere, invece, di quegli episodi arbitrali che hanno lasciato l’amaro in bocca (Trapani, Spezia e Lanciano appunto) e tolto punti pesanti.
Che cosa manca allora? Dove sta il problema? Domande che abbiamo posto a Tesser più volte e alle quali lo stesso mister, sino ad oggi, ha faticato a trovare risposte concrete. Restando agli ultimi 90 minuti giocati contro il Lanciano la Ternana, per quanto confermando di essere squadra in buona salute che non ha certo meritato la sconfitta, è sembrata aver smarrito la fluidità della propria manovra trovandosi così costretta a sbattere la testa contro la retroguardia abruzzese senza avere alternative concrete di gioco al lancio lungo per Avenatti. Vero è che le tante assenze dell’ultimo mese hanno costretto Tesser a scelte obbligate e che di conseguenza più di un elemento della rosa sembra un po’ a corto di ossigeno. Vero è che, con così pochi uomini a disposizione, è ancora più difficile cercare alternative di gioco che non siano l’inserimento di un trequartista (in genere Falletti) nei minuti finali. Però è arrivato il momento di fermare l’emorragia di punti e cominciare a puntellare una classifica che soltanto il tesoro messo assieme lontano dal Liberati ha reso di relativamente tranquilla. Perché è vero che i rossoverdi oggi hanno tre punti in più di quanti non ne avessero raccolti la scorsa stagione a questo punto, ma è anche vero che, storicamente, le salvezze si costruiscono fra le mura di casa. Ossia laddove, nel girone di ritorno, gli uomini di Tesser affronteranno gran parte delle dirette concorrenti per un posto in serie B.
Pensavamo che la vittoria contro il Catania avrebbe sbloccato la situazione e allentato quei freni mentali che attanagliano la squadra sul prato del Liberati, ma la sconfitta con il Lanciano ha riazzerato la situazione. Ora sta a Tesser, con l’aiuto e il calore del pubblico di casa, invertire la tendenza prima che questo “mal di casa” diventi un caso clinico.
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