“MANGANIELLATI” DALL’INTERPRETATORE IN GIALLO!

“MANGANIELLATI” DALL’INTERPRETATORE IN GIALLO!

Una Ternana bella e volitiva, quanto irrispettosamente trattata da chi dovrebbe applicare il REGOLAMENTO VIGENTE nelle competizioni sportive, lascia in terra abruzzese l’intera posta in palio, ma riporta a casa la dignità di chi ha dovuto subire l’ennesima ingiustizia!

Quando i calciatori compiono errori evidenti sono il primo a sottolinearlo, e lo farò anche oggi perché a mio avviso sul secondo gol del Pescara ho evidenziato una negligenza, ma dopo l’ennesima ingiustizia subita dai ragazzi rossoverdi, anche la pazienza di chi ha sempre soprasseduto sugli improbabili errori “umani” è giunta al capolinea.

Se non ho mai parlato degli arbitri è perché mi piace il calcio, ed ho l’abitudine di guardare le partite osservando tattiche, schemi e giocate, marcature, dribbling e gesti tecnici, perché l’essenza di questo semplice quanto complicato sport, in fondo, è quello di arrivare fino alla porta avversaria e scagliare la palla oltre la fatidica linea bianca fra i due pali.

Al “rispetto delle regole” deve pensarci chi è deputato a ciò ogni fine settimana! Da chi viene incaricato dai suoi ex colleghi, che oggi hanno raggiunto le stanze del potere, alla direzione secondo copione dell’incontro di calcio a cui è stato designato in qualità di arbitro.

Ma il copione da rispettare qual’è? L’onestà intellettuale mi impone di credere che sia quello di applicare alla lettera il regolamento vigente, in quanto se è vero che a questi signori della verità assoluta è concessa alcune volte l’interpretazione di un gesto, è anche vero che non gli è concesso di cambiare le regole scritte!

Voglio glissare sulla valanga di ammonizioni che ha “ingiallito” i rossoverdi e decimato il centrocampo per la prossima sfida di sabato al Liberati, ma è impossibile restare zitti di fronte a decisioni incomprensibili quanto impossibili da accettare.

Il colpo di testa di Ceravolo che ha impattato il braccio di un avversario a due metri dalla fatidica linea bianca sarebbe atterrato nella porta pescarese, e avrebbe riportato le FERE sul risultato di parità!

Innanzi tutto il braccio era distaccato dal corpo, e questo è gia motivazione essenziale per decretare il calcio di rigore e l’espulsione del difendente, e per di più senza quell’intervento scomposto la sfera sarebbe finita in rete!

Non c’era nulla da interpretare, si doveva applicare il regolamento e basta ma, tant’è, sia l’arbitro che il suo “collaboratore” hanno … interpretato!

E che dire sul gol di Falletti? Se non sbaglio l’attaccante uruguaiano è un uomo in carne ed ossa anche lui, piccolo ma sempre un essere umano che non può “smaterializzarsi” dopo aver compiuto uno scatto finalizzato al raggiungimento della sfera, e dopo averla colpita prima dell’intervento del portiere non può volatilizzarsi e scomparire magicamente annullando l’abbrivio del suo gesto!

Ma anche qui scende in campo l’interpretazione! Ma di che? Di chi? Di cosa? Questa è una legge della fisica signori “direttori”, e la insegnano fin dalle scuole medie!

Ma purtroppo anche quest’anno è così, e dopo il sig. Maresca dovevamo incontrare di nuovo anche il sig. Manganiello. Due interpretatori di regolamento al pari dei signori De Santis e Farina nell’anno che non voglio neanche ricordare!

Credo che quanto detto basti per “interpretare” (stavolta il verbo è appropriato) lo stato d’animo della tifoseria rossoverde. Ma il popolo ternano è forgiato come l’acciaio delle sue storiche fucine, e non molla mai!

Faccio un plauso a tutta la squadra per una prestazione generale più che apprezzabile e certamente meritevole almeno di un punto, ma dopo una sconfitta seppur immeritata una appunto è quasi d’obbligo.

L’ottimo ingresso in campo di Avenatti, che ha dato peso specifico al reparto avanzato dopo l’uscita dal campo di uno stanco Falletti, e l’ha portato quasi subito a realizzare il gol del pareggio, doveva concretizzarsi anche in fase difensiva quando, nella ripartenza del Pescara sul gol del 2 – 1, è rimasto senza senso logico a vivacchiare nella metà campo avversaria già presidiata da Ceravolo ed Antenucci.

Si era creato un varco centrale nella nostra fase difensiva e lui, fresco e fisicamente imbattibile, “doveva” ripiegare a dar man forte.

Io almeno l’ho vista così. Se sbaglio scusatemi, vorrà dire che ho … “interpretato” anch’io!!!