Meglio il menefreghismo, che la contestazione
Nel campionato di serie B del 1998/1999 dopo l' ennesima scialba prestazione della Ternana, l' allora allenatore delle Fere Vincenzo Guerini, subentrato all' esonerato Gigi Del Neri, di fronte alle critiche piuttosto feroci di stampa e tifoseria alla fine se ne uscì inviperito con la battuta "se non vi stà bene come gioca la mia Ternana, andatevene a vedere il Barcellona! "…
Per la cronaca la Ternana quell' anno si salvò all' ultima giornata battendo in un drammatico scontro diretto la Fidelis Andria Terra per 2 a 1 (gol decisivo di Borgobello a due minuti della fine). Fu anche la partita della famosa sassata in testa all' allenatore dei pugliesi Rumignani che poi costò quattro giornate di squalifica al campo.
Successivamente nel campionato 2012-2013 fu invece il presidente Zadotti ad invitare gli sportivi a disertare lo stadio a causa delle eccessive contestazioni, rivolte soprattutto nei confronti di Nolè e di qualche altro giocatore, non meritevoli, secondo alcuni, di indossare la maglietta rossoverde.
Anche in quella prima stagione di serie B, disputata dopo un "amen", la Ternana ottenne comunque la salvezza.
A distanza di 6 anni oggi tocca a Stefano Bandecchi rivolgere lo stesso invito alle genti ternane.
Ma questa volta l' "appello" ha un senso sicuramente diverso.
Di fatto il Presidente teme chiaramente che le contestazioni dei tifosi possano condizionare il rendimento dei giocatori, già di per sé piuttosto "fragili" sotto il punto di vista psicologico.
Ebbè…tocca capirli…È tutta gente di primo pelo, che più su della terza categoria non è mai andata…
Quindi, se da una parte Bandecchi ha cercato di andare incontro sia alla tifoseria, che agli stessi giocatori, proponendo un prezzo di ingresso assolutamente stracciato al fine di far affluire al Liberati il maggior numero possibile di spettatori in occasione di una partita estremamente delicata come quella di domenica prossima contro il Sudtirol, dall'altro ha espressamente chiesto ai contestatori di fare a meno di partecipare all'evento.
Un intento lodevole, lo devo riconoscere, che testimonia ancora una volta di più l'attaccamento quasi tignoso di Stefano Bandecchi alla Ternana e la sua ferrea volontà di porre fine nel migliore dei modi a questa ennesima, travagliata stagione calcistica.
Solo che il Patron – Presidente non ha fatto i conti con lo stato di estrema esasperazione dei supporters rossoverdi, ancor più estremizzato dall' ennesima prestazione deludente della squadra, questa volta espressa contro i "resti" di una Fermana letteralmente a pezzi.
Con l' aggravante dell' ormai solito calcio di rigore sciupato; oltretutto in quel modo…
E il rifiuto di accogliere il saluto dei giocatori a fine partita dei 250 eroici tifosi presenti, nonostante tutto, sugli spalti del Bruno Recchioni, la dice lunga!
Del resto cosa si può pretendere di diverso da una tifoseria letteralmente esausta, dopo due anni di promesse al vento, di programmi roboanti, ma di risultati che definire in compenso "deludenti", se non addirittura "catastrofici" è addirittura eufemistico?
Si fa un gran parlare di cuore e sentimento, di "attaccamento ai colori", di tifare a prescindere "solo la maglia"; ma sinceramente il solo cercare di sostenere questi giocatori è diventata un' impresa improba anche per i pochi che hanno ancora il sangue colorato di rossoverde.
Figuriamoci per quelli che hanno deciso da tempo di disertare gli spalti.
Ma tifare contro, no!
E manifestare fuori dello stadio, peggio che mai!
Semmai, meglio l' indifferenza.
Anche per non dare alibi a squadra e società.
Quindi, chi avrà voglia di venire allo stadio domenica ad assistere ad una partita che, in un modo o nell'altro, potrebbe essere decisiva, che ci venga con il proposito di tifare in ogni caso la Ternana o, tutt'al più, con quello di starsene zitto.
Chi avesse voglia invece di esprimere la propria opinione in una maniera "diversa", eviti possibilmente il Liberati e le zone antistanti allo stadio, approfittando magari della festività per fare cose più divertenti e rilassanti.
Parere mio e, come tale, suscettibile anche di critiche e contestazioni. Per carità!
Ma io, in verità, continuo a credere che questa nave se deve affondare dovrà farlo senza la "spinta" dei propri tifosi.
Se invece riuscirà a salvarsi, ci dovrà riuscire esclusivamente con le proprie forze.
Che ognuno sia dunque responsabile delle proprie azioni.
A cominciare dai giocatori, passando poi per l'allenatore, per chiudere infine con la società.
Che lo tirino fuori loro il "cazzimme" tanto invocato da Stefano Bandecchi.
Ma che i tifosi della Ternana rimangano degni della propria fama, del proprio prestigio e della propria sportività, da sempre unanimamente riconosciuti.
In fondo, a ben guardare i risultati, di "Ternana" c'è rimasto solo questo…
Quindi meglio il menefreghismo, che la contestazione!