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Mercato e ambizioni: società, è l’ora di tirare giù la maschera

Il lesson learning è una pratica di “gestione della conoscenza” utilizzata all’interno delle aziende per descrivere ciò che, appreso dall’esperienza, può essere potenzialmente utilizzabile per modificare un processo. Il suo obiettivo, infatti, è quello di catturare e fornire lezioni da cui i dipendenti possano trarre vantaggio nel momenti in cui si trovassero a fronteggiare situazioni simili. Se la Ternana Calcio fosse un’azienda vera, questi ultimi quattro mesi del 2014 rappresenterebbero una lezione comprensibile anche al meno accorto dei dirigenti su cosa fatto di sbagliato e su cosa fare per non ripetere errori potenzialmente pericolosissimi. Questa Ternana, ci hanno detto le sconfitte di Vercelli e quella contro il Lanciano una settimana prima, dopo una cavalcata soprendente è in crisi di ossigeno e troppi giocatori hanno il fiato corto, i muscoli pesanti e le idee confuse.

Vale per Avenatti, i cui gol hanno regalato punti pesanti spingendo in alto la squadra rossoverde. Vale per Gavazzi, che molto spesso è stato l’uomo in grado di cambiare ritmo alle partite oltre che il giocatore con il maggior tasso tecnico in mezzo al campo. E vale per Viola, dalle cui illuminazioni dipendono gran parte delle geometrie disegnate da Tesser. Ma vale anche per Vitale, del quale non esiste un sostituto naturale in squadra (se non Popescu, che però l’emergenza difensiva ha costretto ad arretrare stabilmente sulla linea a 3), per Fazio che non era mai mancato fino all’infortunio, per Bastrini che da riserva è diventato un titolare inamovibile causa infermeria in overbooking e per Meccariello. Questo perché non si può giocare un intero girone di campionato (mancano soltanto due partite) contando sempre su un gruppo composto dagli stessi 13 o 14 giocatori senza pensare di pagare pegno alla stanchezza, agli infortuni e alle squalifiche.

Certo anche la sfortuna ha il suo peso, ma questa situazione altro non è che figlia di una gestione estiva a dir poco assurda fatta di scelte incomprensibili (quando non di incapacità manifeste) che hanno portato a chiudere la finestra di mercato con una rosa numericamente inadatta. E considerato quanto speso sul mercato ad esempio dal Carpi capolista, anche quella della riduzione del budget è una scusante che proprio non regge. Per questo oggi, dopo quattro tribolati mesi, il minimo che ci si potrebbe attendere da una azienda degna di questo nome sarebbe una sana autocritica sugli errori commessi e un deciso cambio di strategia per il mercato di riparazione (il nome non è un caso, del resto) che si aprirà fra dieci giorni. Tutto così semplice? Niente affatto, almeno in casa Ternana. Sono infatti di pochi giorni fa le dichiarazioni del direttore sportivo Cozzella e del presidente Zadotti che hanno spazzato via ogni illusione: la Ternana farà poco o pochissimo nel mercato di gennaio. Un difensore per sostituire il lungodegente Masi, forse un giovane dall’estero da far crescere con calma e niente più. Esattamente il contrario di quanto servirebbe ad una squadra fisicamente in difficoltà e falcidiata dagli infortuni. 

Se commettere errori è umano, perseverare senza imparare nulla dall’esperienza è molto più che diabolico. “Qualcuno che giocherà trequartista ci sarà” aveva detto Zadotti ad inizio stagione dopo il primo infortunio di Piredda, unico in rosa a poter ricoprire quel ruolo. Risultato? Piredda ha saltato tutto il girone d’andata, Tesser è stato costretto prima ad improvvisare poi a rinunciare direttamente al trequartista. Sbagliava Zadotti e aveva sbagliato prima di lui Cozzella nel non riuscire a mettere insieme una rosa adatta alle necessità del tecnico. Né dal punto di vista numerico né da quello tecnico. Ripetere adesso lo stesso errore e rischiare così di compromettere la permanenza in serie B sarebbe una scelta gravissima. In ogni azienda i dipendenti che ripetono gli stessi errori causando così danni all’azienda stessa, vengono messi alla porta. A meno che… A meno che non abbiano soltanto eseguito ordini impartiti dalla proprietà.

Ossia dall’ectoplasma Longarini. Uno che, come sappiamo, della Ternana si priverebbe volentieri (a patto di risolvere i problemi legali che la tengono in ostaggio e di trovare un compratore) e che evidentemente nel frattempo non è molto interessato alle sorti sportive della società. Pur di risparmiare su ingaggi e stipendi, insomma, la proprietà sembrerebbe aver accettato anche il rischio retrocessione. Ipotesi fantascientifiche? Illazioni? Il tempo ci darà risposta. Per ora una cosa la sappiamo per certo: Tesser, il gruppo splendido che ha saputo creare, la tifoseria che si è stretta attorno a loro e la città tutta meritano di più. Sul campo e fuori. Risultati sportivi certo, ma anche rispetto e chiarezza. Esattamente quello che manca da troppi anni a queste latitudini e che i tifosi si sono stancati di aspettare.

Massimo Solani

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