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Nel declino di una stagione, servirebbe un passo della società

In questo scoramento che attanaglia la Ternana e i suoi tifosi, nel declino di una stagione che fin qui ha regalato più delusioni che gioie, più lacrime che sorrisi, servirebbe anche una mossa da parte della società, un segnale che faccia capire che Terni e i ternani non sono soli. 

Non bastano, purtroppo, le interviste, i comunicati, le conferenze stampa per dimostrare l'attaccamento di chi detiene le quote di una società calcistica alla città, quando le cose vanno così male serve qualcosa in più rispetto alle dichiarazioni di indignazione e di amarezza, per quanto queste siano sincere e vere. In un momento così buio e delicato della storia rossoverde, che per certi versi ci ricorda la situazione vissuta l'anno scorso, quando tutto era perduto alla fine di marzo, il rischio più grosso è che il tifo si scolli indelebilmente dalla squadra, che anche quello sparuto numero di tenaci sugli spalti, piano piano molli la presa. Francamente, crediamo non ci possa essere nulla di più avvilente di un campionato che potrebbe finire con la retrocessione diretta in Serie C che sancisca anche l'allontanamento della piazza dalla sua Ternana, perchè, come lo abbiamo detto dodici mesi fa lo ripetiamo anche oggi, il cuore della squadra, l'anima vera è Terni. E allora, in questa ottica di clima teso ma comunque di freddo distacco, in questa moria di combattenti che abbiano voglia di provare a tenere comunque alto il vessillo rossoverde, nonostante tutto, è davvero necessario che l'Unicusano faccia la sua mossa, che provi a tendere una mano. Non vogliamo buttarla sul piano economico e fare i conti in tasca alle persone, non è un compito che ci appartiene, pensiamo soltanto che si potrebbe provare ad abbassare il prezzo del biglietto, per invogliare gli indecisi, per venire incontro a chi si chiede se valga la pena spendere soldi per entrare allo stadio. Entrare al Liberati con un costo ridotto non risolverà certo i problemi di questa sciagurata stagione, non siamo così ciechi da non rendercene conto, ma forse potrebbe rappresentare un piccolo passo verso la dimostrazione che Terni non è sola, che a qualcuno importa dei suoi tifosi. 

Ricordate la foto di quel bambino avvolto nella bandiera, circolata due anni fa, solo in curva e desolato? Ecco, quello che chiediamo alla società è di fare in modo che non ce ne debbano essere altri, quest'anno, di bambini lasciati soli come unici baluardi di una passione che non si può lasciar morire. 

Marina Ferretti

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