La Ternana ha un direttore sportivo, almeno fino a giugno. In carne ed ossa, disponibile a confrontarsi, rispondere al telefono e soprattutto lavorare per la Ternana a tempo pieno. D’accordo, non è la notizia del giorno però qualche riflessione questa novità la merita.
Cominciamo col dire che Danilo Pagni merita il più caldo in bocca al lupo per l’esperienza che ha appena cominciato e che gli auguriamo possa gratificarlo al meglio. Ha esperienza e voglia di fare, si gioca una grande chance per una carriera che ha cominciato giovanissimo e che per la prima volta lo vede impegnato nel ruolo di diesse in una società di serie B. Buon lavoro a lui quindi. Poi il resto. Sorvoliamo sulla presentazione singolare: l’allenatore che presenta il diesse che dice di aver scelto personalmente (di solito lo fa il presidente o le parti sono invertite). Singolare ma nella Ternana siamo stati abituati a ben altro. Basti dire che domenica prima di presentarsi agli operatori dell’informazione Pagni ha salutato un vecchio amico, il tecnico Giusto allenatore degli allievi del Bari. Ricordate? Quello che per un giorno fu allenatore della Ternana in campo con Giorgini in panchina ad osservare. Poi Giusto decise opportunamente di declinare l’invito. E questa batte di sicuro, in termini di singolarità, la successiva presentazione del neo diesse ad opera dell’allenatore Carbone. Dettagli comunque. La sostanza è un’altra. La Ternana di fatto ha ammesso di aver sbagliato in estate quando ha caricato ogni responsabilità sulle spalle di Carbone, tecnico che per la prima volta in carriera ha cominciato la stagione in serie B e che alla ripresa potrà festeggiare la sua 22esima panchina consecutiva: un record visto che in passato (almanacco Panini 2017) ne aveva messe insieme 21 in C2 (Vallée d’Aoste). Una saggia retromarcia che non potrà che apportare benefici alla gestione della squadra. Pagni sarà sostegno di Carbone anche nella gestione del gruppo lasciando al tecnico, com’è giusto, la possibilità di concentrarsi quasi esclusivamente sul lavoro quotidiano con la squadra. L’organigramma quindi ha assunto una connotazione standard, tipica del calcio italiano.
Ora però che al peccato originale si è posto rimedio è indispensabile mettere il diesse nelle condizioni migliori per lavorare. Il che vuol dire programmi chiari al pari delle disponibilità economiche (tante o poche che siano) in modo tale da non disperdere energie e tempo prezioso visto che, stando alle dichiarazioni, questa settimana di ritiro passerà senza novità di mercato.
A proposito di programmi. Finalmente è emerso chiaro che l’obiettivo stagionale è la salvezza: come prima e più di prima. La Ternana che ha girato penultima con 20 punti dev’essere migliorata. Tutti d’accordo su questo punto. Ci resta difficile immaginare come si possano migliorare qualità ed esperienza con investimenti contenuti, da salary cap tanto per intenderci. Ma questa è la scommessa di Danilo Pagni e pure di Benito Carbone che ne è il mentore. Ovviamente attendiamo notizie con una certa curiosità senza affondare nell’ottimismo né tantomeno nel pessimismo. Aspettiamo fiduciosi. Proprio come aspettiamo con curiosità e fiducia di vedere all’opera la Ternana a Pisa, prima giornata di ritorno. Perché quella, al di la del mercato, sarà una tappa fondamentale, il primo segnale forte che è lecito aspettarsi dalla squadra. Anche perché un eventuale passaggio a vuoto (sarebbe il quarto consecutivo) avrebbe effetti devastanti. Non a caso proprio Pagni ha già fissato proprio nella partita di Pisa il primo obiettivo. “Vale sette punti” ha detto considerando anche la vittoria dell’andata e il punto aggiuntivo della differenza reti nel confronto con una diretta rivale per la salvezza. Pisa quindi prima tappa del nuovo percorso, importante quanto le operazioni di mercato che ne seguiranno. Scelte che dipenderanno anche da quel risultato, perché tre punti in più o in meno possono cambiare la vita e le strategie rendendo tutto meno complicato o, nel peggiore dei casi, facendo diventare il compito quasi disperato.
Tutto il resto, compattezza dell’ambiente, spirito di appartenenza, giocatori che debbono accettare il progetto sono l’ovvio di una presentazione un po’ anomala. Perché anche Carbone e Pagni sanno benissimo che le operazioni di mercato e i risultati restano l’unica chiave per ritrovare la compattezza di un ambiente che troppe scelte inspiegabili hanno contribuito a rendere così com’è: sempre più indifferente alle evoluzioni della Ternana.
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