Pareggio e polemiche: la storia si ripete in un torneo già falsato
Ci risiamo. Il campionato della regolarità, del ritorno alla normalità è già volato via con il Rieti che, secondo pronostico di tutti gli addetti è sprofondato, soffocato da debiti e incertezze. Situazione colpevolmente ignorata da chi governa il calcio di serie C. Realtà che oggi pesa come un macigno sulla regolarità di un torneo bellissimo, con tante squadre a lottare in pochi punti alle spalle della Reggina che sembra non avere avversari.
Ma ci risiamo, volgendo lo sguardo in casa nostra, anche con le sparate televisive (ovviamente tramite l’emittente perugina di riferimento) del presidente Bandecchi. Il quale alterna operazioni di alto profilo a elaborazioni verbali che agitano un ambiente di per se incline alla polemica.
Tutto come al solito, verrebbe da dire facendo trasparire un bel po’ di delusione.
Perché situazioni come quella del Rieti avevano fatto sprofondare nel ridicolo la passata stagione tanto da indurre le istituzioni calcistiche a sostenere con forza che “mai più sarebbe successo”. Invece è successo ancora e dopo quindici turni a parlare di un campionato profondamente macchiato da quella che dobbiamo annoverare come la peggiore delle farse.
Una situazione che dovrebbe indurre i presidenti “responsabili e rispettosi delle normative” a far sentire la propria voce, a muoversi con forza affinché questa indecenza trovi finalmente un epilogo definitivo.
Ma i presidenti amano più spesso parlare di calcio giocato, magari non sempre a ragione. Il nostro Bandecchi, ad esempio, è tornato a bacchettare pesantemente i suoi per un pareggio in trasferta giunto dopo tre vittorie interne in una settimana. Dando la sensazione forte di ritenere la Ternana una corazzata che nessuno può neppure scalfire, assegnandole la forza adeguata per vincere tutte le partite.
Per carità, ognuno ha le proprie idee, ci mancherebbe. E il presidente ha ragione di esprimerle quando e come vuole. Però, già, c’è sempre un però, sarebbe anche lecito valutare con serenità la reale forza della propria squadra, magari rendendosi conto che qualche lacuna potrebbe anche averla nel confronto a distanza con gli organici e gli investimenti altrui.
Così come potrebbe valutare l’impatto che certe affermazioni potrebbero avere sul gruppo, perché non sempre le scudisciate (verbali ovviamente) sortiscono l’effetto sperato. Capita che aggiungano pressioni eccessive complicando ancor più il compito di chi deve gestire il gruppo cercando di trarne il meglio.
C’è da sperare che il presidente abbia attaccato dopo aver valutato attentamente pro e contro, che il suo non sia stato soltanto un intervento di pancia. Perché, pensiero nostro, la Ternana non è la migliore squadra del torneo e per vincere deve esprimersi sempre al massimo, operazione non semplice se riprodotta nell’arco di una intera stagione.
Poi possiamo anche essere d’accordo nel valutare la prestazione di Teramo infarcita di qualche imperfezione di troppo, compresa quella clamorosa nella quale è incappato il direttore di gara. E questa non vuole essere una giustificazione per i rossoverdi ma soltanto la valutazione del peso che può avere avuto un errore grave all’interno di una gara estremamente equilibrata. Un errore arbitrale che si somma ad altri già subiti dalla Ternana. Errori che come la situazione del Rieti, incidono pesantemente sulla regolarità del campionato. Perché, sarà un caso, ma c’è chi in quindici partite non ha mai avuto modo di lamentarsi delle decisioni arbitrali.
Detto questo riteniamo giusto che il presidente richiami tutti al massimo impegno perché lui, come ogni suo dipendente e come ogni tifoso, ha una gran voglia di vincere e di tornare in serie B. Operazione difficilissima, possibile solo se sostenuta dalla massima compattezza dell’ambiente. Nessuno escluso.