Prima da brividi ma i segnali per Carbone sono chiari

Prima da brividi ma i segnali per Carbone sono chiari

Brutta la prima. Più di quanto fosse lecito aspettarsi. Perché in campo, di fatto, c’è stata una sola squadra. E non era la Ternana deludente, senza un’idea di gioco, impacciata in difesa, inesistente in attacco. Un quadro che, fosse quello definitivo farebbe rizzare i capelli in testa. Siamo alla prima (per la Ternana stoppata dai guai de Pisa ormai risolti) e tutto può essere aggiustato, sistemato al meglio.

Però le sensazioni trasmesse dalla partita col Cittadella sono davvero pessime perché in campo la Ternana non ha mai dato l’impressione di squadra pur lottando con caparbietà dal primo all’ultimo minuto. In difesa Masi non ha brillato ma gli altri non sono stati ceto straordinari. La sensazione è che gli attaccanti arrivassero troppo facilmente a contatto con il centrale. Errori di reparto, forse anche di squadra (vedi il posizionamento sulla rimessa laterale che ha generato il primo gol) considerato che per tutta la partita abbiamo atteso inutilmente una manovra bene organizzata, capace di portare al tiro gli attaccanti, o meglio l’unica punta, Avenatti. Non c’è stato fraseggio nonostante un possesso palla superiore a quello degli avversari, non c’è stata un’azione costruita capace di portare al tiro se non un paio di assoli di Falletti che si è perso nel marasma dopo avere illuminato la scena per una stagione intera , quella passata. Ci sarebbe da dire sulle difficoltà di Di Noia e Petriccione ma le più evidenti sono parse quelle di Avenatti, lasciato solo in mezzo alla difesa avversaria, facile preda dei difensori del Cittadella. Insomma, i dubbi sul modulo sono diventati realtà perché questa Ternana difende male, fatica a costruire gioco ed è inesistente nell’area avversaria. Questo è quanto è emerso dai primi 90’ di un campionato tutto da giocare. I segnali non sono entusiasmanti. Importante che Carbone li colga con rapidità valutando anche soluzioni tattiche alternative anche se è difficile riproporre in campo alla perfezione un modulo provato per tre settimane dopo un intero ritiro trascorso a giocare in modo diverso. Ed anche con risultati diversi pur tenendo conto che la Coppa non è il campionato e il Pordenone non è il Cittadella che ha trovato in Litteri, ex mai rimpianto a sufficienza, il proprio simbolo.