La Ternana versione export non perde un colpo. Dall’inizio della stagione, coppa Italia compresa, sei su sei, tante partite altrettante vittorie. Si pensava che il Liberati con i 12mila abbonati fosse il fortino inespugnabile dei rossoverdi, invece alla fine di settembre scopriamo che la Ternana il meglio fin qui l’ha dato in esterna. Poco importa. Contano il prodotto (prestazioni), risultati e classifica. Conta ancora di più l’evoluzione della squadra che nelle ultime settimane (dopo il passaggio a vuoto interno col Monopoli) ha regalato un crescendo davvero importante.
Bene a Lentini, meglio in casa con la Reggina nonostante il pareggio finale, e molto bene a Francavilla.
Una evoluzione fatta anche di cambi di modulo tattico, di aggiustamenti in corsa, di cambiamenti anche inaspettati dei protagonisti in campo. “Squadra che vince non si cambia” si sosteneva qualche anno fa. Non ditelo però a Fabio Gallo che fin qui ha sempre cambiato undici iniziale premiando la condizione dei singoli e l’adattabilità degli stessi allo schema tattico domenicale.
Gallo è stato fin qui il protagonista principale dell’evoluzione rossoverde. Si è confermato tecnico di vedute ampie, flessibile nell’atteggiamento tattico. Insomma, per niente integralista anche se il suo modulo preferito è il 4-3-1-2 che peraltro ha più spesso utilizzato fin qui, proponendolo in versioni diverse a seconda del tipo di trequartista utilizzato.
A Francavilla è partito con la difesa a tre che aveva in precedenza utilizzato soltanto in scampoli di partite. Ha puntato sull’intensità a metà campo per ridurre la corsa dei suoi sotto il sole cocente della costa pugliese. Ha avuto ragione ancora una volta perché i pugliesi hanno sbattuto spesso la testa addosso alla barriera rossoverde che, riconquistato il pallone, ha spesso lanciato in avanscoperta i suoi velocisti quasi fossero dardi avvelenati.
Un plauso quindi lo merita il tecnico che troppo spesso, nel calcio nostrano, viene chiamato in causa soltanto quando le cose vanno male. Viceversa quando arrivano le vittorie le medaglie si appuntano sul petto dei giocatori. Un vezzo disdicevole ma indubbiamente esistente. Però per far bravo l’allenatore è indispensabile avere anche bravi giocatori, soprattutto disponibili a seguire le indicazioni del “capo” senza lesinare impegno ed energie.
Questo, meno male, sta accadendo nella Ternana di quest’anno. E, ad oggi, lo considero il successo più bello e importante insieme ai 12mila abbonati. Perché, guarda caso, oltre ai punti la squadra ha coinvolto la tifoseria trascinandola allo stadio, portandola a manifestazioni di esultanza come quelle regalate alla squadra al rientro dalla trasferta di domenica scorsa.
Questa però resta soltanto la fotografia della situazione rossoverde ad oggi mentre il campionato va avanti e le verifiche si susseguono. In arrivo ce ne sono due che, in partenza, erano ritenute le più probanti per testare la solidità della Ternana. Catania al Liberati e Bari in trasferta. Le candidate alla promozione, certo. Ma la squadra di Gallo ha dimostrato di avere consapevolezza dei propri mezzi, umiltà e solidità morale. Armi che dovrà mettere in campo con generosità nella sfida di domenica. A quella successiva, come sostiene il tecnico, penserà dopo aver sistemato, speriamo al meglio, la pratica Catania.
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