Siamo alle solite. La Ternana gioca bene, ma poi non vince. La Ternana è sfortunata e meriterebbe di più. I complimenti arrivano, ma i punti no. E così la classifica rimane sempre la stessa, anche se Breda ha detto di non doverla guardare. Salgono i rimpianti e non le posizioni. Soltanto a guardare le ultime due gare dei rossoverdi si poteva essere in una posizione certamente più nobile. E invece la Ternana è ancora lì.
Anche stavolta c’è da recriminare, con sé stessi prima di tutto. Ma questo “vizio” la Ternana deve imparare a toglierselo. E noi nel frattempo a farci l’abitudine (speriamo sempre meno). Perché questa squadra, che dimostra di avere sprazzi di talento, appunto è composta di ragazzi. E quando fai una squadra di giovani, già sai quello a cui vai incontro.
Può succedere nell’arco di una stessa partita che Lucchesi si lasci sfuggire Lucioni, ma che contemporaneamente (all’interno di una prestazione solidissima), consegni il pallone dell’1-1 a Casasola. Può succedere che Distefano prima prenda la peggiore delle decisioni per finalizzare un contropiede e poi invece illumini la scena spalancando un’autostrada per lo stesso Lucchesi.
Può succedere che Raimondo ci provi con tutto sé stesso ma non riesca ad imporsi, salvo poi sfiammeggiare come suo solito quando arriva qualche pallone giocabile. Può succedere che Corrado (che ormai giovanissimo non è più) commetta lo stesso identico fallo, per due volte, sullo stesso giocatore e lasci i suoi in 10 sul più bello. Può succedere che Pyythia entri determinato in partita, dopo aver attraversato un periodo meno brillante del solito.
Ecco perché questa squadra ha bisogno dell’ambiente, del pubblico, del calore. Di un allenatore che creda in loro a prescindere. Questa squadra ha bisogno di fiducia: soltanto con la fiducia questa fiammella che ora sembra piccolissima può diventare mano mano sempre più grande. Fiducia è la parola chiave.
Fiducia e pazienza, anche quando sembra non esserci tempo. Non possiamo giudicare il lavoro di ragazzi – alla prima stagione da professionisti – con gli occhi dei veterani. Non sarebbe giusto. Non si può pretendere da loro la malizia, l’esperienza, la continuità. Sono altre le doti e oggi le hanno dimostrate.
Basteranno? Non possiamo saperlo. La difficoltà di Breda, non è soltanto tattica, anche se abbiamo visto alcune piccole cose nuove rispetto al recente passato (la centralità di Falletti, le due punte fisse in avanti, i due centrali difensivi con una spinta costante a turno quasi obbligatoria, alcune giocate già mandate a memoria), ma è soprattutto psicologica. Riuscire a trovare un equilibrio giusto, anche in campo, fra esperienza e freschezza. E un equilibrio che porti a una crescita, il più veloce possibile, di questi ragazzi che saranno indispensabili per il futuro rossoverde.
Palermo non era ultima spiaggia. Ma le prossime tre sì. Cosenza, Feralpisalò e Lecco. La salvezza passa da qui. E se oggi, soprattutto con un uomo in meno, il pareggio viene salutato senza drammi, bisognerà vincere prima o poi. Altrimenti ci saranno solo complimenti. Ma i complimenti non fanno classifica
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