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Rapporto presidente-allenatore, tornati indietro nel tempo: quei segnali…

Meglio dirlo subito anche se la nostra è soltanto una sensazione: sembra di essere tornati indietro nel tempo, quando presidente e allenatore si beccavano a distanza salvo poi arrivare alla rottura. Speriamo non sia così ma certi segnali non possono passare inosservati. Quando il presidente, uscito infuriato e con buon anticipo dal campo di Varese afferma “la colpa è di qualcuno” riferito alla squadra con la testa fra le nuvole, non è difficile immaginare il soggetto cui è indirizzata la missiva. Che poi fa il paio con l'altra bacchettata “ma quale stanchezza, mica fanno i postini” in risposta, sempre a Tesser, che parlava di qualche giocatore un po' stanco. Questi sono soltanto segnali che speriamo sia frutto del malumore del momento perché, si sa, al presidente piace pochissimo perdere, anzi niente. Lui è uno abituato a fare di conto per cui uno più uno deve sempre portare a due la somma. Però dovrebbe avere anche imparato che nel calcio non sempre è così.

Che forse proprio questo è l'unico sport in cui non sempre il più forte batte il più debole, dove l'aleatorietà ha un peso enorme nell'esito di una partita, a volte di una stagione intera. La Ternana aveva una squadra più forte del Foligno invece finì in Seconda Divisione, salvo ripescaggio. Ne aveva una meno forte del Taranto e invece vinse il campionato. In tutti e due i casi i concorrenti dei rossoverdi avevano società deboli e le vicende successive delle loro storie lo dimostrano. Piccoli esempi quindi per cercare di ampliare il ragionamento, per far si che le parole di maggio, cambiate a giugno, non cambino ancora una volta creando traumi ingestibili nel gruppo rossoverde. Ora che la Ternana di Varese sia stata la più brutta della gestione Tesser (intero 2014) non ci sono dubbi. Che la prestazione negativa può trovare spiegazioni soltanto parziali è altrettanto vero. Però montarci un caso di stato ci sembra un pochino esagerato perché non bisogna mai dimenticare da dove si è partiti. Ovvero da una squadra nella quale le riserve di un anno fa sono diventati titolari, che ha trovato la crescita di alcuni ragazzi interessanti, che ha dovuto fare i conti con troppi infortuni (la gran parte traumatici) che ne hanno compromesso il cammino.

Una squadra che ha pure incrociato decisioni arbitrali spesso assurde come hanno rilevato osservatori e dirigenza. Eppoi tornando al passato recente, nessuno può far finta che non sia esistita un'estate gestita in maniera assurda con i tentativi di cessione andati a vuoto e il mercato bloccato per mesi e completato dopo la chiusura ufficiale con l'arrivo di due “svincolati” da rimettere a nuovo sul piano fisico. Insomma, anche quest'anno ce n'è per tutti i gusti. Ed è difficile immaginare una Ternana al traguardo della salvezza senza una stagione vissuta nella compattezza totale dell'ambiente. E' chiaro infatti che il presidente o la proprietà hanno tutto il diritto di chiedere spiegazioni dopo un girone d'andata estremamente altalenante nei risultati (meno nelle prestazioni visto che l'unica da censurare completamente è quella di Varese). Ma è altrettanto vero che prima di tutto hanno il dovere di valutare tutte le situazioni con estrema attenzione e senza farsi prendere dalla rabbia o dall'esaltazione del momento.

Perché meno di un mese fa il presidente aveva quasi annunciato il rinnovo del contratto di Tesser mentre oggi parla di “responsabile” della disfatta di Varese. Calma e gesso quindi anche se l'anno scorso proprio in questi giorni venne confezionato il ribaltone con Toscano esonerato l'ultimo dell'anno e Tesser chiamato a risollevare una Ternana che aveva girato con 22 punti all'attivo. Questa ne ha messi insieme 25 ed è difficile considerarla molto superiore a quella di un anno fa, al netto di infortuni e sviste arbitrali clamorose. Quindi, come sostiene Tesser, è stato un girone d'andata discreto nel rispetto delle previsioni e dell'obiettivo prefissato, vale a dire la salvezza. Se poi qualcuno pensa che questa Ternana valga la serie A abbia il coraggio di dirlo chiaramente, magari trovando argomenti convincenti a sostegno perché ad oggi, e non solo per il bruttissimo ricordo di Varese, ci sembra davvero azzardata come tesi. Quindi meglio riflettere, brindare all'anno che se ne va e fissare un bell'incontro a tre: presidente, tecnico e diesse, per chiarire eventuali punti oscuri e programmare il futuro. Anche se con la Ternana sempre in vendita è difficile parlare di programmi. Noi stiamo sempre aspettando l'epilogo della pratica “Centro sportivo”, vero pilastro di una programmazione seria nei fatti e non solo nelle parole.

Massimo Laureti

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