Retrocessi senza scuse, ora solo fatti e niente parole

Retrocessi senza scuse, ora solo fatti e niente parole

Retrocessi. Non solo: retrocessi da ultimi. Nella partita più brutta di tutta la serie B, dove anche chi ha vinto è retrocesso. Dopo essere stati per più di un girone nelle ultime tre posizioni di classifica. Retrocessi con la peggior difesa, retrocessi con il minor numero di vittorie. Retrocessi nonostante la vittoria del derby: utile per il morale, non certo per il finale del campionato, visto che la Ternana da allora sembra essersi fermata.

Ora però non cominciamo a dire è più colpa di uno è più colpa di un altro. Tutti hanno colpe. Tutti. Quando si retrocede così da ultimi in classifica, quando si retrocede con una squadra ampiamente sopravvalutata, quando si retrocede con delle aspettative talmente divese da risultare comiche.

Inutile anche dire io l’avevo detto perché nonostante queste disavventure la Ternana ha avuto la possibilità di salvarsi lo stesso, nonostante tutto. Pensate quanto è stato buttato via.

Soffermiamoci sulla parola retrocessione. Retrocessione. Si festeggia la promozione con un trasporto eccezionale, perché è un evento eccezionale. Delle promozioni ci si ricorda per anni, tutta la città è ancora rimasta affezionata a chi ha vinto a Terni. Anche chi ha vinto in C2 come Tobia tanti anni fa, anche se ora quei protagonisti hanno più di 50 anni sono scolpiti a fuoco nella testa della tifoseria.

Le retrocessioni hanno lo stesso valore, in negativo. Questa società a volte è retrocessa quando ha vissuto disastri societari o addirittura fallimenti. Quindi con il destino segnato. Come ci ricordiamo le promozioni ci ricordiamo le retrocessioni: quella del 2002 (anche se poi la giustizia ordinaria scoprì degli strani movimenti intorno a quel finale di campionato), quella del 2006 e quella addirittura nel 2010 in C2 dopo lo spareggio con il Foligno. La prima targata Agarini, le altre due Longarini. In tutti i casi ci fu una stagione travagliata con tanti allenatori (o pseudo allenatori) che si sono succeduti sulla panchina rossoverde. Disastri societari, incomprensioni con la tifoseria. Per retrocedere deve andare tutto storto. Come è difficile vincere è difficile anche retrocedere. Questa Ternana ci è riuscita di nuovo. Ed è stata una vera impresa. Assolutamente meritata. Avremo modo di approfondire tutto e con calma. Ora la rabbia e l’amarezza sono tante, ci sentiamo quasi svuotati. Ma tutto, a partire dai proclami, è sembrato ai limiti del paradossale a Terni quest’anno. Non tanto e non solo le dichiarazioni di gloria di Bandecchi… sono state solo l’inizio (anche di un misunderstanding) che ha generato soltanto guai. Questa squadra, la più inesperta del campionato ad inizio stagione (come avevamo avuto modo di dire) è stata affidata ad un allenatore esordiente e “sui generis” (che ha retto soltanto in parte l’urto con la categoria) che prima ha infiammato e poi spaccato piazza e società. Il direttore sportivo, sicuramente ha vinto delle scommesse e preso giocatori che hanno impreziosito la rosa della Ternana, ma anche lui di fatto era al battesimo in serie B e non è riuscito comunque a consegnare una squadra equilibrata e solida. Gli allenatori che si sono succeduti non sono riusciti a limitare i danni: la squadra continuava a prendere gol in maniera sistematica. Tanti errori individuali, tanti errori di reparto. Una attitudine al lavoro completamente disattesa nella prima parte, cercata di rimettere in piedi nella seconda. Tempistiche sbagliate sul cambio dell’allenatore, un mercato costruito per una guida tecnica che si sapeva sarebbe cambiata presto. La presunzione di dire che spendendo poco si può comunque vincere. Solo un dato presentiamo: visto che per gli stipendi di quest’anno bisognerà aspettare il 30 giugno, lavoriamo sulle medie. In media una società di B spende 6,5 milioni per gli stipendi (al lordo). Per la zona playoff mediamente le squadre spendono 7,7, per salvarsi 6,5 mentre le squadre della zona bassa della classifica spendono 5,2. Le eccezioni? Cittadella e Perugia spendono meno delle avversarie nella zona alta della classifica, Pescara e Cremonese spendono di più della media delle tranquille. Si può vincere spendendo meno: ma bisogna essere bravi, anzi bravissimi, quasi fenomeni. E a Terni in questa stagione di fenomeni ne abbiamo visti veramente pochi.

Prendiamo atto delle parole di Bandecchi. Ha detto quello che doveva dire: scusa e ripartiamo per vincere. Non ci è chiaro in realtà chi dovrebbe decidere se rimanere o meno e con che tempistiche. Immaginiamo che sia un modo di dire: io rimango ma non a dispetto della volontà della tifoseria. Ma ora più che le parole servono i fatti. Serve mettere oltre De Canio persone di un certo livello in società, a livello sportivo. Che sappiano e che conoscano le dinamiche del calcio. Ma bisogna sceglierle bene e bisogna farlo subito. Bisogna dare forma alle promesse dell’ultima conferenza stampa: prerararsi per vincere la C, come vuole anche l’allenatore. Serve che le critiche fatte non vengano prese come attacchi personali e anche se vegnono fatte durante la stagione non siano prese come pretestuose. Serve ripartire subito. Serve dimostrare alla città e alla tifoseria di Terni che il calcio è una cosa seria, tanto quanto l’impegno. Chi conosce da vicino Bandecchi dice che è una fortuna averlo incontrato: lo dimostri anche a chi non l’ha conosciuto. Ma a partire da subito, già da domani.