Ricordo di Ernesto

Tanti i ricordi che ritornano nella mia mente dopo la terribile notizia di questa mattina. Non era facile incontrare Ernesto a passeggio per Terni e quando avveniva era una festa. Perchè lui ne aveva tante di cose da raccontare, naturalmente di calcio, e tutte interessanti, rese ancor più affascinanti dal quel suo modo di raccontare così colorito ed arricchito da quel suo classico intercalare che ti “ acchiappava” e ti faceva trascorrere piacevolmente quei minuti.

La mia amicizia con Ernesto risale agli anni 80, nei momenti in cui la Ternana attraversava momenti bui, anni in cui lui era alla ricerca della sua identità, del suo avvenire. Ricordo la prima intervista nella sua abitazione nelle vicinanze dell’Ospedale di Terni a parlare degli scenari che si potevano aprire per la società rossoverde in profonda crisi e che lui tentava disperatamente di rianimare.

Ad Ernesto, non gli metteva paura niente ed anche l’impresa più difficile per lui diventava possibile. Fu così anche per quella Ternana che vinse il campionato di C2, costruita in poche ore insieme a Claudio Tobia e grazie all’avvento alla presidenza di Gaspare Gambino. Lo ricordo ancora emozionato in quella affollata presentazione al Modernissimo. Emozionato, anzi emozionatissimo, perchè era riuscito in un’autentica impresa: quella di far risorgere la Ternana dalle ceneri del fallimento. Stessa impresa, ma con coefficiente di difficoltà ancora maggiore, quella di aver tentato di far fortuna, con successo, in Spagna. Erano tempi duri in Italia e lui, ci incontrammo davanti a Palazzo Spada, mi tenne inchiodato nella fredda ed umida serata ternana a raccontarmi di quella esperienza. A raccontarmi di come aveva fatto per inserirsi negli ambienti del calcio spagnolo che contano e a raccontarmi che i primi approcci, i primi contatti con il calcio iberico li aveva allacciati frequentando i ristoranti dove, con una bella dose di “faccia tosta“, aveva iniziato a conoscere qualche giocatore di primissimo piano e, successivamente, anche i “ pezzi forti “ del calcio spagnolo. Uno su tutti, Florentino Perez. E’ stata la sua fortuna aver avuto il coraggio e la determinazione di tentare l’avventura all’estero. Ed è stato lì, in Spagna, che ha messo le basi per una carriera fatta di tanti successi, di tante operazioni di mercato di fama mondiale, di consulente del Milan. Quella sera, il nostro incontro non finì lì perchè passò di lì Giacomo Modica, il capitano della Ternana di Alberto Gianni, ed Ernesto, dopo averlo salutato, ci invitò a seguirlo a casa sua per un aperitivo. Da poco aveva acquistato un appartamento a due passi da Palazzo Spada, davanti all’Ex Anagrafe, e sia io che Giacomo raccogliemmo l’invito. Entrammo nello splendido appartamento, ci offrì l’aperitivo e subito dopo incominciò a farci da Cicerone facendoci visitare ogni angolo dell’appartamento. Ne parlava in termini entusiastici, si sentiva in ogni parola pronunciata la sua soddisfazione ed il suo orgoglio per aver realizzato un sogno. Il suo e che, poi, era anche quello della sua famiglia. Che, poi, è il sogno di tutti noi.

L’Ernesto di stampo calcistico, di colui che ti raccontava le cene in compagnia dei grandi campioni e dei grandi personaggi del calcio italiano e mondiale, l’Ernesto ospite dei più celebri palcoscenici televisivi italiani e non, aveva lasciato il posto all’Ernesto più umano e più attaccato alle cose terrene. Quelle di tutti i giorni.

Ciao Ernesto, non avrò più l’opportunità di incontrarti per le vie della nostra Terni, alla quale tu eri attaccatissimo e continuerai ad esserlo, ne sono sicuro, ma ricorderò con piacere e con grande nostalgia quei pochi ma intensi, piacevoli incontri.