Run, Benny, run…
Per amor di verità, originariamente l' invito a "correre" (run in inglese) era stato rivolto in maniera ironica dai tifosi della Ternana all' allora allenatore del Taranto Davide Dionigi, a causa della sua curiosa abitudine di mettersi a galoppare per il campo in occasione di un gol della sua squadra (successe anche a Terni, se vi ricordate).
Era un modo di sfottere quella scomposta manifestazione di entusiasmo alla luce del successivo trionfo delle Fere targate Toscano, in quel memorabile campionato di Prima Divisione anno 2011/2012.
Ma, ovviamente, l' aver riciclato questa sorta di locuzione sarcastica applicandola all' attuale allenatore della Ternana Benny Carbone non ha alcuna valenza mordace. Anzi!
Ma procediamo con ordine.
Sono tra quelli che hanno storto il naso (e non poco…) nell' apprendere la notizia dell' ingaggio di Carbone al posto del defenestrato Panucci.
Vuoi per l' istintiva simpatia suscitata in me dall' ex nazionale e madridista, anche per il suo modo diretto di affrontare l' universo pallonaro Longariniano, vuoi per il fatto che Benny, dato il suo palmares non del tutto eccezionale, non era da ritenersi una prima scelta a livello di allenatori, vuoi per lo strano, innovativo incarico (general manager) conferitogli dall' establishment romano-marchigiano, tutto ciò premesso insomma non potevo non sentirmi interdetto di fronte a tale sorprendente scelta.
E sicuramente non sono stato il solo…
I primi approcci con l' ex giocatore di Inter, Napoli, Torino, ecc. sono poi stati tutt'altro che esaltanti e anche il suo modo di porsi all' attenzione della stampa e della tifoseria aveva suscitato in me non poche perplessità, al punto da farmi maturare l' idea di trovarmi davanti al solito "yes-man", pronto ad accettare di tutto dalla proprietà pur di trovare una panchina su cui accomodarsi.
Si aggiunga poi la assai poco dignitosa sconfitta rimediata in casa della neo-promossa Cittadella, con scelte tecniche assolutamente non condivisibili (difesa a tre) e il quadro dell' "uomo giusto al posto giusto" (leggi retrocessione annunciata) era stato bello che dipinto!
Poi, peraltro, si visto il Cittadella cosa ti sta combinando…
Ma poi è successo qualcosa.
Non tanto la successiva vittoria con il Pisa, ottenuta dalle Fere con tanta tigna e buona volontà, che certo ha avuto in ogni caso la sua valenza, ma soprattutto il fatto di aver rinnegato in qualche modo il suo personale credo calcistico (difesa a tre), adattandolo alle caratteristiche tecniche e morfologiche dei propri giocatori (difesa a quattro), mi ha indotto a cominciare a rivedere le mie convinzioni sull' attuale allenatore della Ternana.
Perché, come è noto, non è sintomo di debolezza il riconoscere i propri errori o, per lo meno la fallacità delle proprie convinzioni, ma, al contrario, è sinonimo di intelligenza e di voglia di migliorarsi.
Questo vale per tutti, "giornalai" compresi…
Lo si accusava, poi, di non aver conferito un' identità precisa, anche caratteriale, alla sua squadra.
Ma poi è successo che con lo Spezia e, soprattutto, nel derby col Perugia, ma anche a sprazzi nella partita di martedì scorso con il Bari, abbiamo avuto modo di vedere all' opera una Ternana tosta, motivata, combattiva, generosa e pronta al sacrificio; tutte doti queste che fanno di undici ragazzi messi insieme alla rinfusa una SQUADRA.
Magari una squadra non spettacolare, che fa tremendamente fatica ad arrivare in porta, che ancora non è al 100% del rendimento (come potrebbe esserlo dopo solo 5 partite?), che talvolta ballicchia pure in difesa… Ma comunque una formazione che ci "soffia" sempre.
E questo, secondo il mio modesto parere, è già tanto!
Se mi è permesso, il sottoscritto in questo modo di porsi delle Fere ci vede la mano di Benny Carbone, la sua voglia di combattere, di non rinunciare mai e di provare sempre e comunque a vincere le partite.
Come spiegare diversamente la scelta, apparsa ai più discutibile, di inserire il giovane Battista durante il secondo tempo del derby, con la squadra in chiara sofferenza e in debito di ossigeno, invece di un centrocampista di copertura?
Scelta azzardata, per carità e che poteva costare carissima; ma anche decisione con una sua logica corrispondente al carattere battagliero del mister rossoverde.
Anche le (residue) genti rossoverdi si stanno cominciando ad accorgere che questo allenatore visto all' inizio con tanta diffidenza, potrebbe essere, invece, uno dei motivi lieti della presente stagione calcistica e stanno cominciando ad apprezzare anche il suo modo di porsi all' attenzione dell' opinione pubblica, sempre chiaro e diretto.
Sarà poi vera gloria?
Ovviamente, ai posteri l' ardua sentenza o, come direbbero Mogol e Battisti, "lo scopriremo solo vivendo"…
A chi poi volesse interpretare queste mie riflessioni come il classico "salto sul carro del vincitore" di inversionistica abitudine, voglio ricordare che questa sommaria analisi è circoscritta a sole 5 partite di campionato e a soli di tre mesi o poco meno di permanenza di Carbone sulla panca rossoverde.
Il che significa che nel prosieguo potrebbe succedere di tutto e il contrario di tutto e non sarà certo chi vi sta tenendo compagnia in questo momento a non rilevare eventuali magagne messe in opera dal mister rossoverde.
Ma, oggi come oggi, questa è la mia impressione; e qui la espongo, perché i fatti vanno giudicati nell' attualità e non nel futuro, nè, tanto meno, nel passato.
Concludo questo editoriale con un sommesso consiglio a Benito Carbone del seguente tenore letterale (mister, mi scusi il TU, ma è più efficace):
"FATTI COMPRARE UNA PUNTA" !
Perché, al di la del valore tutto da riscoprire dell' "uruguagio triste" Felipe Avenatti e dell' effervescenza acerba dei vari giovanotti visti in campo finora, è impressione generale che a questa Ternana per diventare grande occorra come il pane "uno che la butti dentro"…
Per il resto mi sembra che siamo messi bene.
Quindi, caro "general manager", continua a correre su questa strada ed insisti, perché i Ternani sanno apprezzare chi lavora bene e, soprattutto, chi ce la mette sempre tutta, anche sbagliando, ma dando sempre il meglio di se stessi.
E allora…"RUN, BENNY, RUN"…!