E ora ci mancava pure la sconfitta contro gli… "Etruschi del sud-ovest", che aspettavano da secoli l' occasione per riderci addosso (evito espressioni volgari per doverosa educazione).
Se l'onta può passare quasi inosservata all' occhio dello spettatore disincantato, certo non può essere invece digerita da chi ha il sangue colorato di rossoverde!
Perché non è possibile farsi prendere passivamente per il…pardon…farsi prendere in giro da avversari che più della terza serie non hanno mai conosciuto e per questo risultano storicamente "invidiosi" dei successi conseguiti dalla gloriosa Ternana (" l' esultanza STRARIPANTE della tifoseria viterbese al fischio finale", scrive testualmente il corrispondente – locale – del CdU…) .
Il tutto nel contesto di un campionato che definire deludente è sin troppo poca cosa.
Comunque accettiamo cristianamente pure questa ennesima legnata e cerchiamo invece di razionalizzare la sconfitta umiliante rimediata all' Enrico Rocchi e il mezzo passo falso di Meda.
In fondo però c'è ben poco da razionalizzare.
La cura Calori sta producendo per il momento grami frutti, circoscritti ad un minimo di profitto e a zero risultati concreti.
Un punto in 3 partite di campionato, la squadra fuori dai play-off e l' eliminazione in Coppa Italia ad opera di una formazione di secondo piano (che però ha sicuramente meritato la vittoria, ennesimo arbitraggio discutibile a parte) non possono non far scattare il classico campanello d' allarme, pur con le dovute attenuanti del caso che tutti conosciamo.
Già qualcuno (anche tra gli addetti ai lavori) comincia ad evocare il sinistro spettro di Carmine Gautieri, soprattutto nel momento in cui il ex allenatore del Trapani insiste nel voler adattare a tutti i costi i giocatori al suo credo tattico, quando al contrario dovrebbe cercare di forgiare il proprio modulo alle caratteristiche e alle "abitudini" dei ragazzi (o ex tali…) a sua disposizione.
Nè può serenamente reggere la scusante della presunta "fragilità di carattere" dei calciatori, perché mi rifiuto categoricamente di credere che gente esperta e smaliziata come la maggior parte dei rossoverdi possa soffrire di complessi di inferiorità o peggio di sudditanza nei confronti degli avversari (molti dei quali poco più che dilettanti) o, peggio, essere condizionati da non meglio identificate turbe emotive.
Troppa critica? Disfattismo mal celato? Perverso "gufismo"?
No: solo sano realismo.
Perché l' impressione è che la situazione rischi veramente di precipitare; e la paura di un doppio salto all' indietro (per quanto assolutamente inimmaginabile, visto che mancherebbero soltanto 10/12 punti in più per evitare i playout) comincia a serpeggiare in maniera sempre più insistente tra la tifoseria.
Basta leggere i commenti sui social dopo la sconfitta di Viterbo, con tanto di inviti reiterati a disertare lo stadio domani, in occasione della partita contro la Virtus Verona, nonostante si tratti di una sorta di ultima spiaggia o quasi per rimanere agganciati al treno dei play-off.
Ognuno nell' occasione sarà libero di comportarsi come meglio ritiene, perché non è compito del sottoscritto impartire lezioni di "deontologia sportiva".
Resta però il fatto che i colori sociali (almeno quelli) andrebbero sostenuti soprattutto nei momenti bui.
Piuttosto, in un simile contesto quantomeno preoccupante, brilla per assenza la società.
Il silenzio assordante che proviene dalle segrete stanze di Via della Bardesca comincia realmente ad angustiare, finendo per dare adito ai peggiori sospetti e alle più cupe aspettative circa il futuro prossimo della Ternana Calcio 1925.
Se Stefano Ranucci ha spiazzato tutti lasciando a sorpresa il Direttivo di Lega per assumere l' incarico di Presidente del Consiglio d'Amministrazione dell'Università Niccolò Cusano, pur garantendo la continuità del suo operato come presidente della Ternana (ma il sospetto di un accenno di disimpegno rimane), sorprende nel contempo il perdurante mutismo di Stefano Bandecchi.
Motivo per cui, auspicherei senza mezzi termini un intervento chiarificatore e possibilmente stimolante del Patron, teso da un lato a "svegliare" una squadra caduta in un' angosciante crisi di identità (magari con annessi provvedimenti disciplinari) e, dall' altro, a tranquillizzare un ambiente sempre più interdetto in ordine all' immediato futuro della Ternana, intesa anche e soprattutto come società calcistica.
Perché è meglio uno "strillaccio" fatto bene, di un silenzio incomprensibile.
Specie se proveniente da un personaggio notoriamente loquace e dirompente come Bandecchi.
Altrimenti si rischia veramente di scivolare sempre più in basso…
E, quel che è peggio, tra il crescente disinteresse della tifoseria rossoverde.
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