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Senza squadra, senza tecnico, senza presidente: dov’è la proprietà? E lunedì arriva la prima prova

Sono passati ormai sei giorni dalla mattina di mercoledì 3 giugno, in cui il presidente della Ternana Calcio Francesco Zadotti è stato arrestato (custodia cautelare la misura riservata al numero uno di via Aleardi) nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Viterbo “Vento di maestrale”. Da sei giorni la società è ferma, immobilizzata, impossibilitata ad essere operativa, e in via Aleardi regna un silenzio assordante.

Le prime voci raccolte dai protagonisti raccontavano al contempo di profondo sconforto e necessità di andare avanti: perchè la società non sarebbe potuta rimanere più di 48 ore – il tempo necessario per riflettere sulla posizione di Zadotti – senza una carica detentrice del potere di firma, soprattutto in un periodo delicato come quello attuale, ricco di scadenze improrogabili. Quarantotto ore, poi si sarebbe presa una decisione.

A sei giorni dell’arresto di Zadotti, nulla di tutto ciò è successo e la situazione è semplicemente paradossale. Neanche lo stralcio di un comunicato ufficiale, nessuna mossa e nessuna voce dalla proprietà: il silenzio degli uffici romani della famiglia Longarini è lo stesso che regna in via Aleardi. Neanche una riga a difendere l’immagine della Ternana Calcio che, seppure non coinvolta nella vicenda, vede il suo massimo dirigente indagato per capi d’imputazione di non indifferente rilevanza. Preservare l’immagine della società, in una situazione in cui è messa in discussione la limpidezza del proprio presidente, dovrebbe essere premura di chi detiene la stessa.

All’immobilismo verbale ha fatto seguito anche quello relativo ai fatti: dopo l’interrogatorio di garanzia di Zadotti svolto nella mattinata di giovedì – in cui il presidente ha ribadito la sua totale estraneità ai fatti contestati e a seguito del quale l’avvocato difensore Madia ha presentato istanza di scarcerazione – sembra essersi congelato tutto in via Aleardi. Nulla è stato fatto per smuovere l’anomala situazione, così come nulla è stato comunicato: solo silenzio e assenza, con la sensazione ormai fondata che l’intenzione sia quella di aspettare l’accoglimento dell’istanza di scarcerazione o, quantomeno, qualche sviluppo in positivo della vicenda. 

Al che si pone naturale il problema dell’incompatibilità dei tempi della giustizia ordinaria con quelli della gestione di una società di Serie B, che deve passare attraverso step fondamentali nella preparazione ad una stagione agonistica. Parlare di imminenza per alcune di queste tappe è addirittura riduttivo: entro lunedì vanno saldati gli emolumenti relativi al bimestre marzo-aprile, se non si vuole incorrere in una partenza ad handicap per le penalizzazioni nel prossimo campionato, ed entro fine mese va presentata la richiesta di iscrizione della squadra alla prossima Serie B, con allegata fideiussione. Inoltre, si contano una decina di giocatori attualmente sotto contratto e la Ternana è senza allenatore: scontato sottolineare che per tutto ciò è necessario e indispensabile il potere di firma. 

Ricapitolando: a quasi una settimana dell’arresto del proprio presidente, la Ternana è ancora senza un detentore del potere di firma. Naturali conseguenze sono l’assenza di un nuovo tecnico, lo slittamento della definizione delle prime vicende di mercato (la situazione è quella che è e tra un mese si va in ritiro) e l’incertezza su chi debba o possa firmare i bonifici per il saldo di stipendi e contributi per marzo e aprile: un vero e proprio terno al lotto, quest’ultimo, dato che qualora non si chiarisse la posizione di Zadotti, sarebbe necessaria la convocazione del CdA, che richiede tempi tecnici non brevi.

In tutto questo, la sensazione di caos e assenza (o indifferenza?) della proprietà è forte come non mai: non una parola, né un segnale, che faccia intendere il fatto che Edoardo Longarini o chiunque altro nella famiglia abbia in mano le redini di questa situazione, fosca nei suoi presupposti e assurda per come si sta delineando la sua evoluzione. Silenzio e assenza: altro che programmazione, qui si rischia di iniziare la stagione 2015/16 con un passo falso a due mesi dal calcio giocato.

Federico Trastulli

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