Signori, ecco che derby sarà
Volto di Nuova Teleterni, scrive anche per Il Giornale dell’Umbria. Collabora con La Gazzetta dello Sport. Twitter: @AlexLaureti
Nella storia i derby sono tutt'altro che partite spettacolari. Lo show arriva soprattutto dagli spalti. Vedere uno stadio vestito adeguatamente per celebrare il derby è un'esperienza che ogni appassionato di calcio merita di vivere almeno una volta nella vita. Basta un derby qualunque per caricare gli animi di passioni a volte inaspettate. Certo, ce ne vuole qualcuno d'importante per riempire lo stadio. Per questo chi si aspettava di colmare questa mancanza con la gara di oggi rischia concretamente una delusione cocente.
La Curva Nord del Perugia non proporrà alcuna coreografia come paventato in settimana nel caso in cui non fosse stato consentito ai ternani di recarsi in massa al Curi. Loro però la riempiranno a dovere e se non ci saranno coreografie pazienza, i colori dominanti saranno comunque quelli del bianco e del rosso. I padroni di casa, dall'altra parte avranno appena 850 persone a cercare di contrastarli. Molte meno di quelle che hanno in tasca o nel proprio portafoglio la Tessera del Tifoso a conferma che il dispositivo serve ma non garantisce la presenza a prescindere. Dalla parte del tifo un derby imparo. Qualcuno dice che la stessa cosa succederà al ritorno. Vedremo, anche se ci aspettiamo qualche colpo d'ala, qualche piccolo tranello per consentire agli avversari una presenza maggiore -peraltro sembra sia stata già richiesta – in virtù del maggior numero di abbonati e di conseguenza di tessere del tifoso.
A Perugia e' vero ci saranno entrambe le tifoserie e nessuno spazio vuoto al Curi ma questo, almeno stando alle premesse, rischia di passare alla storia come il derby dai colori sbiaditi. Non essendoci rivalità coreografica tra le due curve la partita in chiave tifoseria la vincerà chi canterà ed inciterà di più. Un gioco da ragazzi, almeno sulla carta, per i padroni di casa che le stime danno intorno alle 10mila unità. Ai ternani non resta allora che stringersi l'uno con l'altro e diventare quel 12esimo uomo che Fazio e compagni si aspettano di ritrovare quando scenderanno in campo una prima volta per la “punzonatura”.
Perchè , come abbiamo ricordato in apertura, difficilmente un derby ha strappato applausi a scena aperta per la qualità del gioco prodotta. Di solito sono partite tese, dure, a volte anche troppo. Gare nelle quali la tensione si taglia con un grissino, come il tonno. Match dove l'errore è sempre dietro l'angolo. Per questo i derby non possono essere considerati partite come altre. A vincere non è sempre la squadra più forte. A vincere è spesso la squadra più equilibrata ma soprattutto più concentrata sull'obiettivo finale: i tre punti. Qualità che la Ternana ha dimostrato di avere ancora una volta con le ultime due partite non facendosi prendere da inutili e controproducenti frenesie ma restando sempre tranquilla, attenta, consapevole che la vittoria si costruisce nell'arco di tutti i novanta minuti, non necessariamente nelle battute finali. Nel derby, dicono gli esperti, vince chi ha più fame, più voglia. Senza dimenticare in ogni caso l'importanza della qualità.
Il derby è una partita a se ma tutti la vogliono vivere e soprattutto vincere. Per questo nessuno il giorno dopo si metterà a discutere della giocata o della tattica. A meno che non le abbia buscate. In quel caso tutto sarà ricondotto al match di ritorno. Ma intanto c'è da vivere quello di andata e siccome gli auguri si fanno per il compleanno noi ci limitiamo ad esortare la squadra a dare tutto quanto si ritroverà nelle gambe, nella testa e nell'anima. Perché questa città merita di godersi una Ternana che prima di tutto è decisa a sputare l'anima. Poi, magari, anche a fare risultato che quasi sempre è figlio della prima qualità. E allora, animo ragazzi. Si comincia…