Situazione drammatica: la società torni a fare sul serio, serve un governo
Situazione difficile? Meglio considerarla drammatica perché i numeri messi insieme dalla Ternana in poco più di un mese, da quando si faceva ammirare a Bologna (era il giorno di San Valentino) sono drammatici, appunto. Da sprofondo rossoverde. Eppure la squadra nonostante gli errori, i difetti strutturali, i cali di tensione, resta viva. Lo è stata anche contro il Carpi per lunghi tratti della partita. Ma ha perso ugualmente. Un tiro un gol, un altro tiro e la palla è finita sul palo. Il Carpi killer ha fatto il pieno e alla Ternana sono rimasti i rimpianti oltre a una classifica preoccupante. Preoccupa questo calo di rendimento molto più di quanto lo avesse fatto quello nello stesso periodo del girone d’andata. Per due motivi. Il primo è legato alla statistica che in serie B registra una lievitazione nel rendimento delle ultime rispetto alle prime proprio nella fase decisiva della stagione. L’altro al fatto che stavolta per reagire e recuperare una posizione tranquilla c’è tanto meno tempo a disposizione. Dieci partite che possono essere tante (30 punti) solo a condizione che la svolta sia immediata. Perché da adesso in poi ogni partita che passerà senza portare frutti sarà come aggiungere un mattone a quella scala che porta dritti all’inferno.
Tutto questo Tesser e i suoi lo sanno benissimo. Soprattutto il tecnico che conosce bene la categoria e sa altrettanto bene quali insidie nasconda la fase conclusiva del campionato. Dovrebbe saperlo anche la società che è giovane (di milizia) nel presidente Zadotti ma che ha esperienza da vendere nel “patron” così come nel direttore sportivo. Tutti grandi e vaccinati, tutti consapevoli che questo sarebbe potuto succedere quando in estate hanno imposto le strategie (patron e presidente), quando hanno pensato che si potesse ottenere tanto con poco. Ora sanno benissimo che non è possibile, che ci sono livelli d’investimento minimo che non possono essere elusi se si vuole vivere tranquilli, tenendo conto che nel calcio la tranquillità non la garantiscono neppure gli investimenti ingenti. Ma guardarsi alle spalle oggi serve a poco: nell’intervista pubblicata ieri dal Giornale dell’Umbria e rilasciata al sottoscritto, il presidente Zadotti ha riconosciuto gran parte degli errori che gli sono stati attribuiti. Oggi però, al di la delle ammissioni di colpa, serve guardare avanti, trovare finalmente il bandolo della matassa, dare uno scossone forte all’ambiente. Che non vuol dire cambiare l’allenatore, operazione a mio avviso deleteria. Serve piuttosto che la società torni a fare sul serio la società, facendo sentire giorno dopo giorno la propria presenza, dando sicurezze all’ambiente in generale anche sul fronte della cessione. Un evento auspicabile per come si sono messe le cose. Ma prima c’è da portare a termine una stagione guadagnandosi la salvezza. La squadra da sola non ce la può fare e nemmeno il sostegno incondizionato della tifoseria può esserle sufficiente. Ha bisogno di avvertire forte il sostegno della società. Né carota né bastone, basterebbe dare l’idea a Tesser e ai giocatori di non essere soli a lottare per la maglia. Pagare lo stipendio con puntualità non basta. Occorre governare il fenomeno Ternana. Quello che questa società ha fatto nel recente passato ma che non fa più da un anno.