Squadra in caduta libera e società latitante. Trova le differenze
“La squadra ha scontato i miei errori di gennaio, la responsabilità è mia. Ora non mi dimetto, sarebbe una fuga e non scappo, ma provo a pensare ai punti che ha perso la squadra e alle conseguenze. Nei prossimi mesi vedremo”. Walter Sabatini, direttore sportivo della Roma, nel pieno della crisi giallorossa ci ha messo la faccia e non si è nascosto di fronte all’evidenza di un mercato di gennaio sbagliato. Qualcuno mostri il video, in rete si trova senza problemi, a chi in via Aleardi ha deciso che la Ternana a gennaio non andava rinforzata nonostante i problemi evidenti a tutti nel girone di andata e a chi, nel poco fattibile visto l’orientamento societario, ha portato a Terni due giocatori totalmente inutili alla causa come Milinkovic o Dugandzic.
Sabatini ha chiesto scusa, quelle del presidente della Ternana Francesco Zadotti e del direttore sportivo Vittorio Cozzella siamo ansiosi di sentirle tutti. Sempre che trovino il tempo, il modo e soprattutto l’interesse considerando che ormai con la stampa parlano solo della cessione della società. Imminente forse no, di sicuro auspicata. La squadra avrebbe bisogno di una società forte alle spalle (che si tratti di protezione o di rimproveri poco cambia, i dirigenti seri sanno fare entrambe le cose. La prima in pubblico la seconda in privato), ma a Terni una società non c’è più e la latitanza di quel poco che ne resta è un silenzio assordante. Del resto lo stesso Zadotti che a settembre diceva che non c’erano problemi per l’infortunio di Piredda perché qualcuno sulla trequarti avrebbe giocato comunque (e infatti Tesser ha dovuto rinunciare al trequartista), a dicembre affermava con la solita sicumera che era ridicolo parlare di giocatori stanchi e quindi di alternative di livello da cercare sul mercato. “Non lo accetto, non è che fanno i postini o gli infermieri, fanno questo di mestiere. Stanchi, stanchi de che? Se quelli sono stanchi ce ne sono altri. Sono 18 , la rosa è completa”, le parole precise.
Da una parte il mea culpa di Sabatini, direttore sportivo della Roma seconda in classica in serie A. Dall’altra il silenzio di Zadotti e Cozzella, presidente e direttore sportivo di una Ternana che sta scivolando verso il fondo della classifica della serie B. Trova le differenze, si diceva una volta.
Il resto, i problemi tecnici o tattici di una squadra in caduta libera, le responsabilità di Tesser, l’analisi della partita contro il Carpi o la serie negativa, lo lasciamo agli altri commentatori. Senza dimenticare però di ricordare che la Ternana oggi è sola, da tempo, e che le restano solo i tifosi in questo momento terribile. Davanti ai supporter giallorossi che contestavano a Trigoria dopo la sconfitta di Europa League contro la Fiorentina, Sabatini (ancora lui) ha deciso di esporsi in prima persona: “State vicini a questa squadra e a questi ragazzi”, li ha pregati. Sabato, mentre la Ternana metteva in fila l’ottava sconfitta casalinga stagionale, al Liberati non c’erano né Cozzella né Zadotti. Trova le differenze, ancora una volta.
Adesso, dopo la sconfitta con il Carpi e stante una classifica a dir poco preoccupante, la rabbia dei tifosi ci sta. Ci sta anche la richiesta di più impegno e grinta ad una squadra spaurita e apparentemente non in grado di reagire. Ci stanno le colpe evidenti di tutti, anche quelle di Tesser. Quello chenon ci sta è dimenticare che i limiti di questo gruppo erano noti a tutti e che tutti in estate erano convinti che salvarsi sarebbe stata un’impresa. Non ci sta dimenticare che la Ternana è entrata in zona play out sabato per la prima volta in stagione. Non ci sta dimenticare che gran parte del merito di quanto di buono è stato fatto è proprio di Attilio Tesser e del suo lavoro. E non ci sta, soprattutto, dimenticare chi sono i veri responsabili di questa situazione. Chi ha deciso in estate che si poteva fare la serie B senza spendere un euro. Chi ha deciso di cedere senza rimpiazzarlo il miglior giocatore di una squadra che nella stagione precedente si era salvata ad una giornata dal termine. Chi ha deciso che i soldi incassati non andavano utilizzati per rafforzare la squadra. Chi ha sbagliato due campagne acquisti di fila e chi ai dubbi e alle critiche (per quanto garbate) ha risposto con supponenza insultante e immotivata arroganza.
Davanti ai cancelli dove li attendevano i tifosi in contestazione, sotto la curva alla fine della partita, Tesser e i giocatori sabato la faccia ce l’hanno messa prendendosi insulti e accuse. Qualcun altro al Liberati non si è neanche presentato. Per dire. Trova le differenze, appunto.