Anche la pratica Bisceglie è andata, quasi fosse parte di una routine che la Ternana interpreta mirabilmente in questa stagione che sta dipingendo di gloria le maglie rossoverdi. Record di punti per i gironi a 19 quando mancano ancora cinque partite alla fine. La promozione che sarebbe stata conquistata in inverno solo che si fosse giocata la partita con la Cavese rinviata invece (causa Covid dei campani) a mercoledì 7 aprile. E tanti altri record aspettano la Ternana da qui alla fine di un campionato che i rossoverdi vogliono chiudere sabato, vigilia di Pasqua, nello scontro diretto con l’Avellino, l’avversario più prossimo distante addirittura quindici punti.
La grandezza della Ternana sta nei numeri ma anche nel modo di proporsi. Mai un rosso diretto, mai scene d’isteria come se ne vedono tante sui campi italiani, mai dichiarazioni oltre le righe. Rispetto per tutti, paura di nessuno. Perché è nell’umiltà che Lucarelli e i suoi hanno attinto a piene mani, nella consapevolezza che si può perdere con tutti se non si dà il massimo.
E la Ternana per bocca del suo allenatore, vuole dare il massimo fino alla fine, certo per centrare altri record che lascerebbero un segno indelebile nell’annata dove tutto è stato perfetto ma anche, e soprattutto, per rispetto degli avversari, per essere professionisti fino in fondo.
Insomma questa è davvero una squadra bella dentro oltre che fuori, quando si esibisce sul campo. Una squadra fatta anche di storie importanti come quelle di Alessandro Celli e Alexis Ferrante, due punti di forza della passata stagione costretti a starsene a guardare causa infortuni rimediati sul campo (play off con il Bari) ma capaci di essere protagonisti non appena ne hanno avuta l’occasione.
Storie come quella di Fabrizio Paghera, uno che sembrava dovesse essere comprimario e che invece con enorme professionalità si è ritrovato protagonista proprio nel giorno in cui c’è stata di fatto la certezza della promozione, domenica a Bisceglie segnando un gol di testa, situazione quantomeno inusuale per un centrocampista soprattutto piccolino come lui.
E ancora storie come quella di Emanuele Suagher che ha avuto una carriera importante ma che lo sarebbe stata ancora di più se non fosse incappato in tanti infortuni gravi. Poteva ambire a qualche partita in più ma quando la Ternana ha cominciato a volare lui era al box. Così ha dovuto mordere il freno eppure, quando è stato chiamato in causa ha risposto sempre al meglio, trovando anche tempi e modi per andare a segno due volte. E sono stati gol pesantissimi.
Potrei andare avanti ancora per parecchio perché di storie ce ne sono tante in un gruppo che forze si è cementato perché le tante storie sono diventate il collante migliore, perché tutti avevano una ragione per dare il massimo. Quel massimo che daranno fino alla fine, ne siamo certi, perché la carriera di ognuno di loro merita di avere quelle certificazioni del valore personale che soltanto i numeri, i titoli i record sanno esprimere senza giri di parole.
Noi a tutto questo possiamo soltanto esprimere un applauso lungo e sincero. Bravi tutti. Fere davvero.
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