Ternana, Benedetto Mancini e la Lucchese: un triangolo pericoloso

Benedetto Mancini - Foto Facebook
Sembra un film. Quelli con la trama circolare, in cui un personaggio viene introdotto all’inizio, ha un ruolo significativo ma non decisivo e poi invece alla fine, andando a scavare, ruota tutto intorno a lui. Ma non è una commedia: è un thriller, speriamo non diventi un horror.
La Ternana e Benedetto Mancini incrociano ancora le proprie strade. Voi vi state chiedendo: che cosa ce ne importa a noi se Benedetto Mancini ha comprato davvero la Lucchese? Solo perché è il prossimo avversario della Ternana?
No. Non proprio. Sarebbe il minimo. Il problema potrebbe essere ben più grave: andiamo per gradi
Primo step
Cosa è successo ad ottobre ce lo ricordiamo tutti. La corsa per pagare gli stipendi rispettando le scadenze, la trattativa fra Nicola Guida e Benedetto Mancini, i ritardi sopravvenuti per i pagamenti e la penalizzazione arrivata in classifica per mancato pagamento dell’Irpef. Sembra passato un decennio, sono passati solo pochi mesi.
Proprio ieri sera il presidente D’Alessandro ha comunicato che la Ternana farà ricorso al TAR per i 2 punti di penalizzazione. Due punti che ora, potenzialmente, possono costare la promozione ai rossoverdi.
D’Alessandro di lì a pochi giorni avrebbe rilevato la Ternana, ma senza poter far nulla in merito alla penalizzazione. La Ternana, con il passaggio di proprietà, è tornata in bolla: ha pagato gli stipendi, ha subito saldato le pendenze (giusto il tempo di essere operativi), ha dato un futuro alla squadra che ha continuato a vincere e rimanere nelle primissime posizioni della classifica. E ha continuato a lottare per farsi ridare quei due punti in classifica: impresa praticamente impossibile, ma che va tentata a tutti i livelli.
E mentre D’Alessandro diventava presidente della società rossoverde, Mancini si era eclissato, aggiungendo anche la Ternana a una serie di squadre di cui aveva tentato l’acquisizione, senza successo.
Secondo step
La situazione in cui ha versato la Ternana è stato il sottofondo della stagione della Lucchese. Anzi a dire la verità, proprio da ottobre in poi la Lucchese ha cominciato ad avere seri problemi. E’ da ottobre infatti che i giocatori non vengono pagati e nonostante siano passati molti mesi nessuno si è fatto sotto per acquisire la società. I costi, peraltro, sono completamente diversi da quelli rossoverdi.
E’ arrivato, nell’ultima scadenza, un -6 in classifica che ha messo in discussione anche la salvezza della Lucchese. Ma Gorgone (allenatore), Ferrarese (ex rossoverde e ds dei toscani) e tutta la squadra hanno continuato a giocare con grande amor proprio, cercando di non darsi per vinti, nonostante l’estrema difficoltà. Anche per poter dare un futuro migliore alla squadra, magari fargli trovare un acquirente che potesse salvarli dal baratro
Arriva il salvatore?
In questi mesi di estrema difficoltà la Lucchese non ha mai pensato di mollare. La prossima scadenza è per il 16 aprile, ma saltarla non significa essere estromessi dal campionato (come è successo con Taranto e Turris): non ci sarebbe il tempo per certificarlo. La Lucchese, se dovesse finire il campionato, potrebbe accedere agli strumenti di solidarietà della Lega di C, anche dovesse andare in fallimento. E avrebbe tempo fino al 30 giugno per risolvere la situazione , prima di essere definitivamente cancellata.
Ora è arrivato Benedetto Mancini. Mercoledì ha acquistato la Lucchese per un euro e entro il 16 aprile deve pagare gli stipendi. Non è una cifra astronomica: circa un milione di euro. Ma è una cifra che va pagata. E ora i giocatori cominciano a essere stufi. Pretendono che il nuovo proprietario dimostri di avere le risorse necessarie per poter salvare il club e per poter saldare gli stipendi. Altrimenti potrebbero anche pensare a uno sciopero: non certamente domani, ma per le prossime partite.
Scenari futuri, sempre Mancini
Cosa significa questo? Che se la squadra non dovesse scendere in campo per due volte di seguito verrebbe estromessa automaticamente dal campionato. Che verrebbe dichiarata fallita subito e che ripartirebbe dall’Eccellenza, nel migliore dei casi. E anche che i giocatori prenderebbero una cifra inferiore rispetto a quella prevista dal fondo di solidarietà se dovessero finire il campionato. Quindi molti risvolti negativi. Ma di contro c’è l’orgoglio dei giocatori rossoneri: il fatto di non voler essere più presi in giro, di non essere più stati pagati da ottobre, di doversi arrangiare con le collette per fare le trasferte. Insomma si è arrivati all’esasperazione.
E se la Lucchese dovesse venire estromessa dal campionato (di fatto per propria volontà) si azzererebbero i punti fatti contro i toscani. E questo porterebbe a delle variazioni sulla classifica, molto significative soprattutto per la corsa al vertice. L’Entella infatti con la Lucchese ci ha pareggiato sia all’andata che al ritorno. La Ternana all’andata ha vinto e vediamo cosa succede domani. Ma comunque, già così, l’Entella si vedrebbe tolti due punti (e passerebbe da 74 a 72) e la Ternana se ne vedrebbe tolti altri 3 (da 70 passerebbe a 67) e salirebbero a 5 i punti di distacco tra le due squadre. Tutto questo – ripetiamo – senza contare la partita di domani.
Quindi – di fatto – Benedetto Mancini torna centrale anche per le vicende rossoverdi, non solo per quelle della Lucchese. Ora che è il proprietario della squadra, deve provvedere ai pagamenti. Altrimenti i giocatori potrebbero decidere di non scendere più in campo.
E così dopo il -2 di ottobre, potrebbe arrivare l’ulteriore beffa per la Ternana, sempre con la presenza di Mancini sullo sfondo. I punti in meno che la Ternana avrebbe in classifica potrebbero aumentare da 3 a 6. Sarebbe una bruttissima notizia. Nel girone C, a causa dell’uscita di scena di Turris e Taranto è già successo…