A Modena c’è un solo risultato. Non importa contro chi la Ternana debba giocare, con chi gioca, con che sistema di gioco e con quale atteggiamento. La Ternana, purtroppo, per come è la classifica, per come si sono comportate le altre, in quest’ultima settimana soprattutto, per i punti che non è riuscita a prendersi nelle giornate precedenti (e ne abbiamo parlato tanto) ora è costretta a vincere.
Fosse stato anche contro il Real Madrid, ma la Ternana non può permettersi di recriminare ancora. Di poter dire ancora “eh che sfortuna, ma abbiamo giocato bene”, quando a posto della sfortuna puoi metterci gli arbitri, i pali, gli errori.
La Ternana ha soltanto 6 punti in classifica e ora è finito il margine di manovra. Non vincere anche a Modena significherebbe rendere sempre più complicato (e già lo è abbastanza) il cammino verso la salvezza. Figuriamoci perdere, visto che avrebbe ulteriori ripercussioni anche sul morale.
Abbiamo parlato di cammino, ma diventerebbe una corsa, praticamente forsennata. Finora è come se i rossoverdi avessero passeggiato con estrema tranquillità. Ma per raggiungere l’obiettivo c’è da fare ancora tanta strada e con sempre meno tempo. Quindi più il tempo passa, più la velocità a cui dovresti andare aumenta. E rischi che non diventi sostenibile, che il fisico non regga, soprattutto perché non è abituato.
La Ternana deve vincere. Non importa se giocheranno i giovani o i “vecchi”. Non importa che si mettano troppe pressioni addosso alla squadra, non importa che si gioca fuori casa e contro un avversario che copre bene tutto il campo, che crea diverse occasioni da gol (ma che fa fatica a trovare la porta). Non importa che possono essere migliori della Ternana in assoluto. Non importa nulla. Importa solo il risultato: da adesso in poi.
Vincere per continuare a guadagnare tempo, vincere per poter ridare spirito e identità. Per poter respirare e rifare nuovamente un percorso in apnea sotto l’acqua. Vincere non significa essere in salvo, ma significa continuare a sperare. Vincere per continuare a vincere. Come se fosse Squid Game: rimanere vivi.
Lottare per la sopravvivenza. Ogni giorno, con ogni mezzo. Perché qui ogni piccolo errore (ormai) rischia di essere fatale.
E questo vale per tutti, anche per l’allenatore. La società lo difende in tutto e per tutto, pubblicamente gli viene confermata la fiducia, senza se e senza ma. Ed è assolutamente corretto così. Ma i risultati fanno cambiare tutto alla velocità della luce. Non sono ammesse distrazioni, di nessun tipo. Sono iniziati gli Squid Games in salsa rossoverde.
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