L’ambiente rossoverde è come una pentola in continua ebollizione. Noi probabilmente ci siamo abituati visto che la storia va avanti da parecchi anni. Abate e i suoi ci stanno facendo i conti nel momento in cui stanno decollando come squadra, infilando risultati importanti che li hanno posti all’attenzione generale.
Mi piace immaginare Abate come uno che va in giro con un bersaglio disegnato sulle spalle. Tutti a cercare di fargli lo sgambetto. Figuriamoci stasera. Dall’altra parte della barricata ci sarà Piero Braglia, un vecchio drago della panchina, uno che ha ottenuto risultati importanti sia in C che in B. Guida il Campobasso neoproposso che, dopo un avvio inevitabilmente complicato, sembra aver trovato la quadra come testimoniano gli ultimi risultati. Come non immaginare la voglia matta che può avere il tecnico esperto di fare lo sgambetto al giovanotto che va veloce anche se alle prime armi? Impossibile. Anche perché è la stessa voglia che anima la sua squadra, appena promossa, al confronto con la Ternana che invece è appena scesa dalla serie B. Eppoi si gioca in uno stadio importante qual è il Liberati, con una cornice di pubblico importante (speriamo). E volete che a Campobasso non pensano che la recente rivoluzione societaria potrebbe incidere sui rossoverdi? Tutti temi possibili, reali, che fanno da contorno ad una partita che la Ternana vuole vincere per mille e più motivi.
Il primo, il più importante, nasce dalla voglia di confermarsi, di superare l’ennesimo ostacolo. Forse anche più impervio degli altri perché affrontare una neopromossa potrebbe generare, inconsciamente, una piccola sottovalutazione del test. Per questo Abate ha tenuto i suoi sulla corda per tutta la settimana e non s’è fatto scrupoli di sottolineare che l’ultimo allenamento, quello di rifinitura, non gli è piaciuto. Un messaggio diretto ai suoi, come dire “ragazzi torniamo in bolla sennò rischiamo”. Messaggi ricevuto? Lo scopriremo stasera.
C’è poi l’altro discorso, quello extra campo sul quale il tecnico ha sempre tentato di non mettere i piedi cercando di tenerlo distante dal gruppo. Però nelle ultime due settimane sono successe tante cose probabile penalizzazione, cambio di proprietà, allontanamento del direttore generale Foresti, soldi garantiti per il pagamento degli stipendi il 16 ottobre e una polemica montata, anche oltre l’immaginabile. Il tifo che sembra aver preso strade diverse. C’è chi invita tutti allo stadio a sostenere la squadra (curva nord) chi attraverso i social immagina invece una mezza catastrofe causata dalla rinuncia alle prestazioni di Diego Foresti.
In mezzo c’è una squadra chiamata a pensare al campo, a un campionato che scorre e non concede respiro, ad avversari che puntano a renderle sempre più difficile la vita quando, anche ad arte, l’hanno eletta squadra da battere. E così, com’è già successo tante altre volte sotto questo cielo, la Ternana, in campo, dovrà dare un calcio alle polemiche ed essere forte, tanto forte, da rimettere le cose a posto. Da riportare l’ambiente in un unico binario in attesa di avere sostegno, anche comunicativo, da parte del presidente e dai suoi soci, presunti o reali che siano.
In attesa che da via della Bardesca arrivino i chiarimenti e le certezze che tutti ci aspettiamo, dovranno essere Capuano e soci a confermare quanto di buono hanno fatto fin qui confezionando un’altra prestazione di alto livello. Perché il risultato è quasi sempre figlio della prestazione. E siccome la Ternana chiede i tre punti anche a questa appendice di un turno che ha confermato il Pescara capolista, è necessario accantonare ogni altro pensiero e, con il sostegno dei tifosi, centrare la quinta vittoria consecutiva. Il calcio più forte e deciso con il quale allontanare qualsiasi polemica che non ha alcun vedere con il rendimento degli uomini di Abate. Pirati chiamati a navigare in un mare sempre agitato ma decisi ad affondare il veliero avversario.
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