Ternana, dal Pontedera segnali importanti da non trascurare

Ternana, dal Pontedera segnali importanti da non trascurare

Massimo Laureti

Un pareggio contro una squadra di bassa classifica. Il terzo consecutivo dopo quelli con le prime due del lotto. Per la Ternana, segnali per un futuro da costruire

Delusione. Per il risultato che non è stato quello atteso. Non c’era ternano che immaginasse risultato diverso dalla vittoria per i rossoverdi che affrontavano il Pontedera. Presunzione? Scarsa considerazione dell’avversario? Fiducia illimitata nella squadra di Abate? Probabilmente, di tutto un po’. Da qui i volti tristi del dopo partita, come se si fosse perpetrato un misfatto.

Ma il campionato è questo. Il calcio è questo. Probabilmente l’unico sport dove non sempre il più forte vince. Non lo dico io. Lo dicono quelli che nel calcio vivono da tanto tempo. Lo dice la storia di uno sport che affascina anche per questa sua imprevedibilità. Quella che porta milioni di persone a puntare ogni volta sull’uno, sull’ics o sul due.

Quindi la partita pareggiata con il Pontedera è stata una sorta di esempio classico del calcio imprevedibile. La Ternana era ed è più forte dei toscani. Ha fatto molto di più degli altri in campo (26 tiri in porta, 15 calci d’angolo) ma alla fine ha dovuto dividersi il bottino. Un punto a testa e classifica che si è mossa, anche se lievemente, non tanto da pareggiare i tre punti incassati dall’Entella.

La Ternana quindi non è più in testa alla classifica. Amen. Non lo è più per la prima volta dall’inizio della stagione nemmeno il Pescara. E in Abruzzo la faccenda non può essere presa con la stessa leggerezza che dovremmo riservarle noi, affiliati alle faccende rossoverdi. Perché delle tre la Ternana resta la squadra che ha avuto il rendimento più equilibrato, quella che non avuto cali clamorosi. Questo è un dato di fatto.

La Ternana ha attaccato e tirato tanto in porta ma la difesa avversaria, perfetta, ha fatto scudo meritandosi il pareggio

Colpa della Ternana o merito del Pontedera? E’ il solito interrogativo che rimbalza dopo un pareggio come quello di lunedì. In alternativa ci sarebbe il discorso del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, giusto per non allontanarsi troppo dalla retorica calcistica. Per me stavolta il merito maggiore spetta al Pontedera che ha fatto la partita che doveva. Senza commettere errori nei movimenti, nei tempi d’intervento.

Anche la Ternana ha fatto quello che doveva (6 calci d’angolo nei primi 15 minuti, 26 tiri in porta), ha assediato la metà campo avversaria. Ha sbagliato qualche conclusione, ha trovato un portiere in giornata e i legni della porta avversaria ostili. E’ stata quasi perfetta. Ed è quel quasi che ha fatto la differenza perché adesso che il campionato va in discesa sono i dettagli che spesso fanno pendere la bilancia da una parte piuttosto che dall’altra.

Lavoro e mercato, autostima e voglia di arrivare, fame e sacrificio sono i tanti ingredienti per “cucinare” il finale di stagione più gustoso

Può e deve migliorare la Ternana perché di avversari difficili ne troverà parecchi ancora. E dovrà superarli se vorrà tagliare il traguardo davanti a tutti. Può crescere con il lavoro, certo, con l’applicazione quotidiana, trovando anche soluzioni alternative a quelle che gli avversari hanno imparato a conoscere in virtù dei 42 gol distribuiti dai rossoverdi fin qui. Mantenendo però alta anche l’attenzione di una difesa che vorremmo restasse un bunker.

Ma la Ternana può e deve essere migliorata nell’organico anche da qualche intervento mirato da confezionare nel corso del calcio mercato. Due innesti almeno per colmare le lacune create dagli infortuni di Damiani e Krastev. Ma anche qualche aggiunta o cambiamento che sia, per consegnare ad Abate opzioni aggiuntive da utilizzare nella fase decisiva della stagione. La Ternana ha fatto tanto fin qui, forse più di quanto era lecito aspettarsi. Sostenerla, aiutarla nell’ultimo sforzo non sarà banale.