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Ternana, dimostraci di essere cresciuta

Pareggiare a Frosinone, in casa della seconda in classifica, della squadra meglio costruita per affrontare il campionato cadetto, è stato importantissimo. Per come si è concretizzato l’1-1 finale, ancora una volta in rimonta, perché il pareggio è arrivato dopo la bella vittoria sull’Entella, altra squadra di categoria, perché la squadra per due partite consecutive ha mostrato di sapersi migliorare, di avvicinarsi al concetto pieno di “squadra”. Di un gruppo che sa difendere a attaccare, che sa soffrire, lottare e reagire. Bella risposta dopo i passaggi a vuoto che avevano fatto temere il peggio e che a tutt’oggi costringono la Ternana ad una posizione di classifica ad alto rischio.

Una situazione dalla quale Zanon e soci potranno uscire soltanto mettendo insieme una striscia di risultati positivi in grado di cementare il gruppo, dargli ulteriori certezze, infondergli quel coraggio che i giovani si portano in dote ma che dev’essere costantemente alimentato per evitare altrettanti momenti di depressione che sono parte inevitabile di ogni stagione sportiva.

Carbone ha sperimentato a lungo, forse anche su se stesso stante la modesta esperienza, e alla fine sembra avere imboccato la strada giusta, individuato atteggiamento tattico e modulo più adatti ad esaltare le caratteristiche dei giocatori a disposizione. In particolare in mezzo al campo la freschezza di Palumbo e Petriccione gli consentono variazioni sul tema importanti con i due che facilmente possono scambiarsi la posizione. Di Noia e Defendi aggiungono gamba ed esperienza in attesa che i “vecchi” Coppola (soprattutto) e Bacinovic tornino alla migliore efficienza. Però il tecnico, che spesso ha assunto decisione non ripagate dai risultati, ha un merito indiscutibile: la rinascita di Felipe Avenatti che segna (mai nove gol dopo 16 giornate) ma che soprattutto partecipa alla manovra come raramente gli era successo nelle precedenti stagioni. Contro l’Entella e più ancora a Frosinone l’attaccante ha giocato per la squadra e con la squadra, lottando, digrignando i denti quando è stato necessario. Certo al di la del rigore non ha mai concluso a rete, ma sono state più le circostanze a negargli la possibilità che non il suo atteggiamento.

Ternana in crescita quindi. Però per avere certezze c’è bisogno di ulteriori verifiche, di controprove indiscutibili, di risultati perché la classifica langue e la media tenuta fin qui (un punto a partita) non giustifica entusiasmi particolari e men che meno l’esaltazione dei singoli che pure Carbone distribuisce a piene mani, probabilmente per infondere ulteriore entusiasmo ad una squadra giovane che proprio di entusiasmo deve inevitabilmente nutrirsi. Quando l’entusiasmo sarà alimentato dalla consapevolezza nei propri mezzi, dalla sicurezza di poter proporre il proprio calcio con continuità, la Ternana potrà avere la certezza di essere uscita definitivamente dalla fase di sperimentazione e, fatta la conta dei punti in classifica, fissare il proprio obiettivo che, ad oggi, non può che essere la salvezza.

Intanto c’è da sperare che, fatte valutazioni profonde dell’organico, si cominci a progettare il mercato invernale perché va bene, in parte, esaltare i singoli ma sarebbe scellerato negarsi l’evidenza di carenze strutturali immaginate in estate e confermate dalle prime sedici giornate di un campionato che è ancora tutto da costruire. Entella e Frosinone hanno fatto diventare fondamentale la sfida col Brescia, quella che potrebbe perfezionare il primo “strappo” verso l’area di classifica dove si respira un’aria più salubre.

Massimo Laureti

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