Parliamoci chiaro: la Ternana non avrebbe meritato di perdere. Le occasioni più importanti le ha avuto proprio la squadra rossoverde, anche se in trasferta e anche se – evidentemente – un cantiere. Ma i tre punti se li è presi il Catanzaro con una partita intelligente, accorta, di qualità e con gli episodi che sono stati sfruttati nel miglior modo possibile. Con una partita che ha voluto vincere con i cambi della seconda parte del secondo tempo quando ha messo dentro tutti gli attaccanti per cercare di vincere la partita, per cercare di invertire la tendenza, di capovolgere una Ternana che aveva in mano la partita.
La Ternana ha sofferto il solito avvio horror. E se la scorsa settimana era toccato a Celli portare la croce, oggi tocca a Mantovani (che poi ha il merito di firmare l’assist per il pari). Lasciato solo in area Biasci la Ternana parte sotto di uno a zero prima che scocchi il decimo minuto. Sembra un incubo.
Ma la squadra piano piano reagisce. Si aggrappa a Falletti, si affida a Falletti, si dispera con Falletti, ci spera con Raimondo. I rossoverdi piano piano capiscono che il possesso palla del Catanzaro è sterile e che basta osare un po’ di più. E così tra la fine del primo tempo e i primi trenta minuti della ripresa la Ternana mette sotto il Catanzaro. Le occasioni sono solo della Ternana (tranne una parata di Iannarilli): Falletti (anche prima della fine del primo tempo a dire il vero), Raimondo (almeno due tiri oltre al gol), Pyythia con un paio di conclusioni da lontano ma due pericolosissime (una traversa e un quasi autogol), il colpo di testa di Favilli appena entrato. Più una serie di calci d’angolo che mettevano pressione agli avversari.
Poi però, come detto, il Catanzaro ha alzato il baricentro. D’Andrea ha cambiato gli ultimi dieci minuti di partita: ha messo in difficoltà la Ternana, insieme a Stoppa, anche lui entrato da poco). E un rigore ha condannato la squadra. Stavolta è stato lui a commettere l’ingenuità: saltato secco da D’Andrea ha “costretto” Proietti a fare una rincorsa rischiosissima, che infatti è diventata un fallo. Calcio di rigore e tutti casa.
Seconda sconfitta di fila, secondo 2-1. Con una serie di paragoni che fanno male. Perché la Ternana non è stata mai in balia dell’avversario e si fa sempre (o quasi) male da sola, con errori quasi macroscopici.
Le è mancata (forse) la solita concentrazione di inizio gara. E’ mancato (forse) il coraggio di andarla a vincere. Di sicuro è mancata anche un po’ di fortuna. O se non credete al fato quella capacità di saper cogliere le possibilità che la partita ti crea.
Ci sta che non tutto fili per il verso giusto, soprattutto all’inizio. Ma rimane sempre quel grande dilemma che abbiamo espresso la scorsa settimana: gli errori arrivano dagli esperti. E se una settimana fa era toccato a Bogdan e Celli, stavolta è il turno di Sorensen e Mantovani. Cambiano gli interpreti, ma la musica no.
Le note liete? Anche stavolta dai giovani: Raimondo, naturalmente. Poi Pyythia e Favasuli. La Ternana almeno ha scoperto di avere dei titolari in più.
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