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Ternana, l’anima è quella di Pochesci

Per dare un giudizio ponderato sulle qualità di una squadra di solito occorrono una decina di partite. Si dice che a novembre è più facile capire la prima evoluzione di un torneo di serie B che poi finisce col decidersi in primavera dopo gli aggiustamenti di gennaio.

Per questo evitiamo di formulare giudizi definitivi sulla Ternana che, va detto subito scanso equivoci, ci sta sorprendendo. Per i risultati, certo, ma più ancora per il modo di stare in campo. Pochesci, l’allenatore, è un tipo discutibile. In avvio ha vestito i panni del protagonista, anche arrogante, per attirare su di se l’attenzione e limitare la pressione sulla squadra. Ora che i ternani hanno cominciato a capire che al di la delle battute colorite c’è sostanza nel suo calcio, è diventato anche disponibile al confronto.

Non ha più bisogno di alzare la voce perché in campo parla per lui la Ternana che nel breve volgere di tre partite (dopo un precampionato senza squilli) ha cambiato pelle in altrettante circostanze. Bella e sfortunata all’esordio, bella e sciupona fino all’autolesionismo nella replica di Salerno, bella e pure saggia nel successo contro il Cesena. 

Nella vittoria di sabato la Ternana ha dimostrato come le affermazioni roboanti del tecnico a inizio stagione fossero forzature del momento. Perché a Pochesci piace la squadra che attacca , che va a prendersi il pallone nella metà campo avversaria, che staziona con otto uomini nell’altra parte del campo. Ma piace anche quella che sa gestire le partite, i momenti diversi che propongono, siano essi negativi che positivi. Contro il Cesena si è vista una squadra strappa applausi in avvio, capace di non perdere la testa quando il Cesena si è costruito qualche buona occasione, bravissima a gestire la partita nella ripresa facendo valere la propria manovra, il proprio atteggiamento tattico fatto di coperture attente ma anche di ripartenze trancianti.

Camplone a fine gara se l’è presa con i suoi che non hanno riproposto in campo quanto lui gli chiede adducendo a giustificazione parziale il fatto che si tratta di squadra molto rinnovata anche con giocatori di Lega Pro. E la Ternana allora? E’ nuova di zecca e dentro ha pochi giocatori che conoscono bene il torneo cadetto. Però è una squadra che segue il proprio allenatore, che in campo esprime il calcio che lui pretende. Non lo fa per novanta minuti ed è giusto così: siamo solo agli inizi di una stagione che ancora dobbiamo scoprire. Però c’è una certezza: questa Ternana ha già l’anima del suo allenatore che a 54 anni ha esordito in serie B, che sabato ha colto la sua prima vittoria tra i cadetti e oggi siede sui banchi di Coverciano per la prima delle lezioni che gli faranno avere il patentino di prima.

Massimo Laureti

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