C’è poco da fare, lo 0-0 con il Lecco è un risultato deludente. Per le aspettative di tutti, squadra compresa, per la classifica che non è migliorata com’era auspicabile anche in virtù dei risultati degli altri. Però abbassare la guardia e farsi prendere dallo sconforto sarebbe imperdonabile. La corsa alla salvezza è ancora aperta. Anche a quella diretta proprio perché in questa serie B è possibile ogni risultato, nessuno può considerarsi scontato prima di scendere in campo.
Tutti hanno un obiettivo da centrare, non ci sono squadre tranquille o certe anche di vivere giorni tranquilli fino alla fine. Si lotta per i play off e, ovviamente, per la promozione e si lotta per non retrocedere. Nessuno può chiamarsi fuori.
Questo il riscontro di un turno che alla Ternana ha portato due punti in meno di quanti erano preventivabili.
La Ternana non ha vinto anche se qualche occasione per farlo l’ha avuta ma in misura minore rispetto a quanto era immaginabile. Colpa sua, certo, ma anche merito di un Lecco che, proprio in virtù di quanto abbiamo appena affermato, ancora ci crede e al Liberati si è presentato per prendere un punto e…sperare.
La Ternana non al meglio (Carboni acciaccato, Distefano appena uscito da una tonsillite giusto per citarne un paio) non è riuscita a far scoccare quella scintilla che avrebbe potuto far saltare il bunker dei lombardi ai quali la vittoria serviva come il pane ma che, pur di restare agganciati alla speranza, hanno puntato al pareggio. Nove giocatori dietro la linea della palla, difesa arcigna, doppia chiusura sugli esterni la scelta tattica di Aglietti. La Ternana contro questo tipo di atteggiamento fa fatica. Avrebbe bisogno delle illuminazioni di Pereiro, di qualche palla inattiva sfruttata meglio di come non sono stati sfruttati gli otto calci d’angolo conquistati.
Il ritmo della gara è stato blando per un tempo anche perché non c’erano spazi da sfruttare, qualcosa di più si è visto nella ripresa ma anche a rischio di beccare un paio di ripartenze che potevano risultare letali senza super Iannarilli.
Però questi sono i limiti di una squadra che, sappiamo tutti, doveva e deve lottare per la salvezza. Un traguardo raggiungibile a condizione però di giocare con un’altra intensità, con un ardore agonistico irrinunciabile per chi sa di pagare un deficit di qualità rispetto a tante altre antagoniste.
Rabbia quindi e carica agonistica, voglia di farcela nonostante i mille ostacoli che troverà ancora sulla propria strada nella convinzione che tutto è ancora da giocare e che il campionato si deciderà da marzo in poi. In basso come in alto. Quindi niente piagnistei ma testa sul campo perché a Palermo, tra qualche ora, si ricomincerà da 0-0 e nessuno si porta gol e punti da casa. Nemmeno i grandi.
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