Questa partita l’ha persa la Ternana. Senza scuse. L’aveva in mano, senza subire, giocando alla pari, in parità numerica. Ha avuto l’opportunità di poter prendere il sopravvento in superiorità numerica e non ha avuto la zampata giusta. Ma soprattutto non si è vista la stessa animosità della partita di sabato scorso contro il Cagliari. Va detto che l’avversario stavolta era più aggressivo: il Modena ha cercato di mantenere il ritmo alto, ha retto benissimo in 10 e poi ha piazzato il colpo vincente.
E’ vero: ci sono state delle decisioni arbitrali di cui potremmo continuare a parlare all’infinito. Rigore o meno, atteggiamento aggressivo o no. Ma se analizzare anche la prestazione arbitrale è doveroso, allo stesso tempo bisogna capire subito per quale motivo la Ternana non è riuscita ad azzannare l’avversario.
La partita con il Livorno diventa già una partita ad alta tensione. Questa squadra non è ancora riuscita ad avere una precisa identità, nonostante Toscano abbia insistito sugli stessi uomini che avevano pareggiato contro il Cagliari. Il primo terzetto di partite però racconta di una Ternana che è riuscita a fare un gol soltanto (e allo scadere, su palla inattiva) in 270 minuti e che invece abbia subito almeno un gol a partita. Partite completamente diverse, una dall’altra.
Ma se contro il Cagliari il centrocampo muscolare aveva avuto il suo pomeriggio di gloria, con il Modena si è rivisto l’affanno di Trapani. Poca qualità, poche palle giocabili o addomesticabili per i due attaccanti, lì davanti. E dire che la difesa, sia come impostazione sia come tenuta, stavolta non è dispiaciuta.
Ma ci aspettavamo qualcosa in più nel secondo tempo. Ci aspettavamo decisamente qualcosa in più in superiorità numerica. Il Modena è una buona squadra di B che ha perso molto campo in 10. E la Ternana avrebbe dovuto far male. Toscano ha voluto mantenere il suo sistema di gioco, rendendo più offensivo il suo 4-3-1-2 con giocatori diversi nello stesso spartito. Ma è mancato l’acuto.
In certe circostanze serve il cambio di passo, il cambio di ritmo. In campo e dalla panchina. E soprattutto queste sono partite che se non vinci non puoi perdere. Anche solo pareggiare sarebbe stata una mezza delusione.
In questo momento invece (complice anche gli impegni ravvicinati) manca la brillantezza giusta in un gruppo di lavoro che si è assemblato negli ultimi giorni per le note vicende societarie. Ma i tentativi sono sembrati comunque sfocati. Ognuno di noi ha la propria opinione: i cambi gestiti diversamente, la partita sottotono degli attaccanti, l’ingenuità di Valjent, l’arbitro. Ognuno di questi è un motivo valido per cui la Ternana ha perso. Ma quello che non bisogna perdere è la lucidità. La lucidità durante i 90 minuti e la lucidità di analizzare nel miglior modo possibile i motivi di questo secondo stop. Senza drammatizzare, senza enfatizzare. Ma con la consapevolezza che con il lavoro i risultati arriveranno.
La delusione stasera è tanta, ma già lunedì sera ci sarà la possibilità di riscatto.
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