Prima protagonista osannato ora soggetto ingombrante. E’ la parabola assurda di Alfredo Donnarumma, uno che in carriera ha segnato qualcosa come 185 gol in 490 partite. Non proprio “quisquilie” come direbbe Totò. L’attaccante di Castellammare di Stabia ha fatto le fortune di diverse squadre e le sue, grazie a quella dote innata: capire prima degli altri in quale mattonella dell’area di rigore avversaria andrà a cadere il pallone. Si chiama fiuto del gol. Quei gol (14) che nella sua prima stagione in rossoverde hanno portato la Ternana ad un soffio dai play off.
Strana storia quella di Alfredo. Osannato quando Bandecchi ne annunciò l’acquisto nella stagione del ritorno in serie B. Lui in aggiunta a Pettinari, Partipilo, Falletti, Palumbo: squadra stellare che nell’idea del presidente avrebbe dovuto lottare per la serie A. Tanto convinto di questo che sul triennale firmato da Donnarumma c’erano due sole voci: serie B e serie A. La possibilità di retrocedere non era contemplata.
Poi le cose non sono andate come il numero uno sperava e immaginava. I contrasti con il tecnico Lucarelli che pensava prima di tutto alla salvezza entrando in collisione con chi invece, pensava soltanto in grande. Qualche acciacco, i contrasti con l’allenatore che aveva chiesto e ottenuto Favilli, attaccante strutturato che, di fatto fece retrocedere Donnarumma nelle gerarchie dell’attacco rossoverde.
Il resto è storia recente con la Ternana passata di mano, la volontà/necessità di disfarsi dei contratti più onerosi. Una scelta sbandierata ai quattro venti che certo non ha aiutato la conclusione positiva delle operazioni di mercato. Donnarumma è finito al Catanzaro: 1 gol, anche se importante, poche presenze, alcune molto positive e il ritorno alla base con quell’etichetta “ingombrante” appiccicata addosso.
Ora la società ha trovato l’accordo con il giocatore per spalmare su un ulteriore anno l’ultima annualità dello stipendio. Poi si vedrà. Potrebbe restare oppure trovare una sistemazione diversa per l’attaccante aggiungendo quell’incentivo all’esodo del quale si è fatto anche abuso la scorsa estate.
Non sta a noi indicare o consigliare la strada che è compito esclusivo della società. Ci piace soltanto sottolineare la volubilità di pensiero di tanta gente. Tanti di quelli che l’hanno osannato all’arrivo, ora lo vorrebbero altrove, rinunciando magari ad una parte di quel contratto che Bandecchi gli ha liberamente sottoposto tre anni fa. In mezzo una storia nella quale sono entrati tanti protagonisti, non tutti positivi. Per Donnarumma e per la Ternana. Che insieme debbono trovare la soluzione migliore.
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