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Ternana su la testa, i giochi sono ancora aperti

Un punto incassato in trasferta dopo tre sconfitte: difficile poterlo definire anche un solo brodino. Però questa è la Ternana del momento, prendere o lasciare. Una squadra che fatica a diventare tale. Un organico modificato nel mercato di gennaio, ancora con qualche lacuna ma in ogni caso adeguato per lottare al vertice in serie C. Modifiche legate al calcio predicato da Alessandro Calori, il tecnico chiamato a sostituire De Canio, che dopo due sconfitte ha incassato il primo risultato positivo.

A gennaio quindi ci ritroviamo a parlare di una squadra che non ha ancora una identità precisa, un po’ come in estate ma con una differenza sostanziale. Ad oggi è stata consumata una buona metà di un campionato che fin qui ha riservato più dolori che gioie alla Ternana che, per i più ottimisti (o superficiali?) avrebbe dovuto triturare ogni avversario chiudendo in conti con buon anticipo sulla chiusura delle ostilità.

Chissà, forse sarebbe potuto anche succedere se tutto fosse filato liscio, se non ci fossero stati mille infortuni, se non ci fossero stati certi errori clamorosi. Tanti se, tanti ma che non fanno la storia ma che ci hanno consegnato una Ternana malata che proprio nei giorni scorsi è stata costretta a fare a meno definitivamente di Vives, il giocatore che nel progetto avrebbe dovuto assumere le redini del centrocampo, diventare il faro della squadra. Un esempio, uno dei tanti di una storia scritta per metà ma per l’altra metà ancora tutta da scrivere.

Oggi Calori ha in mano un organico di buon livello per mandare in scena i suoi moduli preferiti: difesa a tre, centrocampo a cinque o a quattro, due attaccanti e all’occorrenza un rifinitore alle loro spalle. Soprattutto è migliorata la qualità del centrocampo con l’aggiunta di Palumbo e Castiglia, con Paghera e il rientrante Furlan che si aggiungono alla rivelazione Pobega. Deve però dare alla squadra una identità precisa a ricevere dai suoi giocatori la disponibilità totale a lavorare sodo, a soffrire sul campo per recuperare il tempo perduto. Dalla partita con il Renate è arrivato qualche segnale positivo ma anche la conferma che questa Ternana fatica a tenere una partita intera su ritmi di gioco accettabili. Deve migliorare quindi la condizione fisica e con essa la capacità di lettura della partita, di gestire al meglio le varie fasi della stessa senza andare in affanno al primo affondo degli avversari. Manco a dirlo è una Ternana che ha bisogno del sostegno dei tifosi ma quel sostegno dovrà guadagnarselo con le prestazioni, dovrà dare il meglio di se anche per ripagare in qualche modo una società munifica che sta investendo tanto (purtroppo anche con qualche errore di troppo) ricevendo in cambio una retrocessione al primo impatto con la realtà ternana e una delusione nell’anno che dovrebbe essere del riscatto. Condizionale d’obbligo, stante la classifica, ma obiettivo ancora ampiamente alla portata della squadra se tecnico, diesse e soprattutto i giocatori sapranno dare il massimo, concentrandosi soltanto su se stessi. Senza pensare al Pordenone o al Monza o a qualsiasi altra squadra. Conta la Ternana, loro oggi sono la Ternana. Non debbono fare altro che dimostrare di meritare di vestire la casacca rossoverde restituendole quella dignità messa a dura prova da qualche prestazione inaccettabile. Prestazioni che appartengono al passato e che Defendi e soci hanno la forza e l’opportunità per farle dimenticare mantenendo in vita un progetto importante al quale il patron Bandecchi non vorrebbe rinunciare.

Massimo Laureti

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