Ternana tradita dai migliori. Ora ci vogliono due cose: dignità e scuse
Finita. Con un'altra squadra a festeggiare in campo. Cosa volete che vi diciamo? Che c'è ancora speranza finché la matematica non ci condanna? Si, forse sarà anche così. Ma la matematica non vale solo per gli ottimisti, vale anche per tutti gli altri. E i numeri dicono che la Ternana ne ha perse 6 di seguito. Che nelle ultime dieci sono nove le sconfitte. Che ha la peggior difesa del campionato. Che ha il secondo miglior attacco. Questo se vogliamo soltanto soffermarci alle evidenze. Il dato più chiaro è che la Ternana è ultima e staccata. Che non vince neanche per scherzo e neanche uno scontro diretto, neanche in casa. Cosa volete allora che si dica?
Pensare che neanche passando in vantaggio, meritando, si riesce a portare a casa una vittoria allora obiettivamente non ci vengono in mente altri modi. La Ternana paradossalmente è stata "tradita" dai migliori in campo, almeno oggi. Pettinari, sicuramente vivacissimo nei primi venti minuti ha procurato il rigore. Coppola, leader in mezzo al campo, ha commesso l'errore che ha spianato la strada per il gol di Bianchi. Contini, il più sicuro e il più esperto, si è fatto espellere. Quando anche o tre migliori, nel contesto di una partita più che sufficiente, hanno queste amnesie la stagione appare maledetta.
E forse questa è la foto della stagione: vorrei ma non posso. La Ternana arriva soltanto fino a un certo punto, non ha mai superato i propri limiti. La lettura della gara di oggi può essere quella dell'intera annata. Una Ternana volenterosa nel complesso ma i tremendamente efficace.
In quest'ultimo mese non ha funzionato nulla. Non il mercato (oggi praticamente tutto in panchina), non il cambio di allenatore (Gautieri purtroppo non è riuscito a dare la sferzata che si aspettava da lui l'ambiente), non la fortuna, non le iniziative di portare tifosi allo stadio. Quest'ultimo mese è stato un incubo ad occhi aperti.
Ma ora però pensare che a marzo sia tutto finito non è possibile. E allora intanto da qui a fine stagione bisogna giocare con dignità. Non per l'aritmentica ma per l'amor proprio. Per rispetto di sé stessi, della maglia, della città. Perché questa squadra sta retrocedendo, ormai basta nascondersi. E anche per retrocedere ci vuole dignità.
E soprattutto bisognerebbe imparare dagli errori. Bisognerebbe capire perché si è retrocessi o per lo meno (se non volete proprio mollare) perché si è in questa situazione. Non può essere sempre colpa di qualcun'altro. Non ci possono essere sempre alibi, scusanti, arbitri o avversari. Le colpe sono divise equamente fra tutti. E sono enormi, gigantesche.
Si dice che al peggio non ci sia mai fine: bisognerebbe evitarlo. Perché la faccia ha un prezzo. Ci confortano le lacrime di Zanon, i "vecchi" che si vanno a prendere i fischi dei tifosi. Ma il mea culpa devono farlo tutti. Tutti, nessuno escluso. Non porterà i tre punti, ma almeno non sentiremo ancora giustificazioni.