Due pareggi nelle prime due uscite sono un bilancio senza dubbio modesto. Due risultati che hanno genesi diverse, che affondano le proprie radici anche in una sorte non proprio favorevole e in qualche disattenzione (grave) arbitrale. Ma sarebbe stupido e autolesionistico fermarsi a questa analisi. Troppo superficiale. I due pareggi sono anche figli di errori tecnici e tattici fatti in campo ma anche generati da scelte almeno discutibili. Soprattutto nell’ultima uscita contro il Renate.
La Ternana, squadra forte anche se con qualche carenza, affronterà tutti avversari che raramente si disporranno in campo per giocarsi la partita a viso aperto, cercando di far pesare la propria superiorità. Saranno squadre bene attrezzate in difesa e pronte a colpire in contropiede. E’ successo a Pesaro, si è ripetuto col Renate. E la Ternana cosa ha fatto? Non ha saputo attaccare con continuità e soprattutto con la necessaria pericolosità. Passi per la sfida di Pesaro ma non può essere archiviata soltanto come una “giornata storta” la partita contro il Renate.
De Canio ha sperimentato l’attacco con tre punte di ruolo, tre centravanti anche se con caratteristiche diverse. L’esperimento non ha funzionato e a dirla tutta, difficilmente avrebbe potuto contro una squadra che ha difeso prevalentemente nei pressi della propria area. Difesa non a tre ma a cinque e quattro giocatori a fare da schermo con un solo attaccante lasciato in avanti.
Era indispensabile occupare tutto il campo, allargare quella difesa. Quando la Ternana lo ha fatto, nella ripresa, è andata meglio anche se le energie cominciavano a latitare.
Da questa lettura nascono alcune considerazioni. Dopo due mesi di allenamenti, anche se con pochissime partite nelle gambe, la squadra dovrebbe avere una sua connotazione chiara ed essendo sulla carta più forte di molte altre avversarie, dovrebbe sul campo far valere la propria superiorità esprimendo il proprio gioco, facendo leva sulle proprie certezze. Insomma, senza piegarsi più di tanto all’atteggiamento tattico di avversari che in ogni caso hanno un solo credo: difesa e contropiede. Quindi occorre solidità e determinazione oltre ad una chiarezza di scelte che non nega certo cambi da una gara all’altra e anche in corso d’opera, ma che parte sempre dalla necessità di mettere in campo quelli che forniscono maggiori garanzie, magari mettendoli anche nella condizione di esprimere al meglio le proprie potenzialità. Vives che gioca in un centrocampo a due, Vantaggiato costretto a giocare defilato dall’area di rigore sono scelte che non hanno pagato. E hanno contribuito al deludente 1-1 di domenica.
E’ chiaro che la Ternana ha tutto il tempo per rifarsi e, sfruttando al meglio i recuperi, per riportarsi nelle zone alte della classifica. Per farlo però dovrà trovare la propria strada migliore. Senza indugi perché ottobre e novembre saranno mesi cruciali. Altri passi falsi renderebbero complicatissimo un compito già molto difficile, e per assolverlo i rossoverdi avranno bisogno dell’appoggio incondizionato di una tifoseria che potrà far valere il proprio peso come non mai.
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