Ternana umiltà e qualità: sicuro fosse in 10?

Ternana umiltà e qualità: sicuro fosse in 10?

Chi cercava una risposta nella squadra ce l’ha avuta. Visto che si è parlato di umiltà nella conferenza stampa congiunta di ieri, l’umiltà c’è stata. Altrimenti una partita così non la vinci. Non passi neanche in vantaggio a dire la verità, ma soprattutto non lo mantieni e non lo coltivi. Soprattutto non rischi così poco (alla fine dei conti soltanto un tiro in porta, sventato da Iannarilli e una bomba di Rigione su punizione e il forcing finale) anche quando, negli ultimi minuti, il Cosenza ha provato a spingere con la forza della disperazione.

Lucarelli ha cambiato tutto, per sorprendere il Cosenza. Ha optato per il 352, per togliere il campo (e la velocità) a Caso e Laura. Ha cercato l’uno contro uno a tutto campo, contro i giocatori avversari. E’ un concetto vecchio come il calcio che la Ternana non aveva mai adottato se non per necessità in pochissime circostanze. Ora, Lucarelli, in uno dei momenti più delicati della stagione aveva deciso di giocarsela così. Probabilmente per tirare fuori proprio quei concetti: cattiveria ed umiltà. Se siamo più bravi dobbiamo dimostrarlo. E quale cosa migliore per dimostrare di non essere finiti, di essere più bravi del Cosenza che vincere il duello individuale? In più la Ternana ci ha voluto mettere un grado di difficoltà superiore. Perché siccome le cose stavano comunque andando bene, visto che i duelli individuali erano tutti a favore dei rossoverdi (il gol dell’uno a zero non è arrivato per caso) Defendi ha pensato bene di lasciare i suoi compagni in 10. E allora non c’era più un uno contro uno in mezzo al campo. Ma era necessario metterci sempre qualcosa in più. Per tutti. Per i difensori che potevano trovarsi addosso più di un attaccante, visti i cambi di Bisoli. Per i centrocampisti, visto che Lucarelli in 10 non ha comunque rinunciato alle due punte, per le punte stesse che non si sono potute permettere un pomeriggio di ripartenze, ma hanno dovuto sempre pressare e rincorrere l’avversario.

Ne è uscita una partita di orgoglio e umiltà. Dove la Ternana non ha dimenticato di essere una squadra di qualità, ma dove la squadra ha ritrovato quella determinazione e quella grinta che non sempre si sono viste nelle gare rossoverdi. Certo dopo una settimana in cui era necessario riscattare la brutta sconfitta di Vicenza e dopo essere stati a colloquio con Bandecchi era difficile pensare che si potesse fare meno. Ma nel calcio non bisogna mai dare nulla per scontato. 

E soprattutto visto che queste doti la Ternana le ha, bisogna ricordarsene anche a Como. Perché il problema, quest’anno è stato questo: dopo una vittoria un periodo di rilassatezza. Ora invece no. E’ ora di dimostrare il contrario. Dimostrare di essere cresciuti. Che poi sia con la difesa a 3 a 4 con il rombo poco importa. E’ l’attitudine che conta. Non è in discussione la qualità di questa squadra. Ma la continuità e la ferocia. Il carroarmato dello scorso anno, se proprio vogliamo dirla con una sola parola. Che era fatto di dettagli, che si incastravano tutti alla perfezione.

Non è un caso che oggi la Ternana, seppure in 10 non abbia subito gol, quando invece lo aveva sempre subito, praticamente. O comunque aveva subito (leggi Pordenone) una serie di tiri in cui era stato superlativo Iannarilli. Oggi al tiro il Cosenza difficilmente ci arrivava. Questo deve ricordarsi e memorizzare la Ternana. Questo deve capire tutto il gruppo rossoverde. Abbiamo visto la Ternana vincere tante volte e altrettante volte l’abbiamo vista cadere. E arrivato il tempo di tenersi in piedi da soli!