Alla vigilia si presentava come una "partita difficile, contro una squadra ostica che avrebbe giocato per raggiungere il Perugia al primo posto in classifica" e i 96 minuti di gioco lo hanno confermato, ma testimoniando anche che per l’Avellino non è stato semplice tornarsene a casa con un punto. La partita della Ternana la si può dividere in due parti ovvero: quella fino al 30’ del primo tempo e quella che si è giocata da lì fino alla fine del match.
Prima parte in difficoltà, o meglio non la solita Ternana, anche se l’Avellino non ha fatto nulla di trascendentale. Un predominio sterile con la squadra rossoverde imprecisa, quasi spaventata dalla formazione che aveva davanti. Di pericoli seri, però, non ne ha corsi se non uno su un cross dalla sinistra basso con relativa deviazione di Gavazzi che ha trovato, però, un attento e concentrato Brignoli.
Dal 30’ in poi, però, la squadra di Tesser ha fatto sicuramente più degli irpini che, però, si sono confermati ottimo complesso con un Castaldo che rappresenta un valore aggiunto. E i 6 gol realizzati sin qui lo confermano. La squadra di Tesser è cresciuta avvalendosi anche della crescita di Gavazzi, ne parlavamo la scorsa settimana della sua importanza nell’economia del gioco rossoverde, che ha iniziato a scorrazzare sulla fascia destra e ad imperversare nella metà campo avversaria costituendo un pericolo costante. Non di minore importanza, poi, a secondo tempo in corso, l’arretramento in mediana di Eramo che in quel ruolo, a nostro avviso, si trova più a suo agio e riesce ad esprimere al meglio le proprie potenzialità.
Le occasioni per far sua la partita la Ternana ne ha avute, ma non le ha sfruttate adeguatamente e, perdipiù, ha commesso due ingenuità abbastanza gravi in occasione dei due gol degli irpini. Ancora un gol su azione successiva a rimessa laterale, l’errore di aver lasciato solo Castaldo in occasione della prima rete e, sull’azione che ha portato al calcio di rigore concesso, non è stata una felice intuizione colpire quella palla di testa rimettendola al centro e non magari lateralmente e lasciare, infine, Arini senza marcatura e, quindi, libero, di servire Castaldo.
Poi, ancora una volta un arbitraggio che ha lasciato a desiderare perché sull’azione che ha portato alla concessione del calcio di rigore le immagini sono spietate e condannano Riccardo Pinzani di Empoli, ma ci sarà un motivo se un ottavo anno ha diretto solo 18 partite di serie A, perché il pallone è stato deviato dal piede di Masi prima di colpire il
braccio. Errore grossolano aggravato dal fatto, ma è solo un sospetto, che il fischietto toscano potrebbe aver agito per compensazione ovvero per un precedente e presunto fallo di Meccariello ai danni di Castaldo anche se il difensore rossoverde afferma di non aver commesso alcun intervento falloso nell’occasione.
Insomma, con un po' di attenzione in più la Ternana avrebbe potuto anche portare a casa l’intera posta in palio e non avrebbe di certo demeritato anche perché ci sono i dati statistici del match, forniti dalla Panini per conto della Lega di B, ad avvalorare tale ipotesi. Possesso palla (56% della Ternana contro il 44 dell’Avellino), tiri dentro/totali (5/16 contro 4/14), palle giocate ( 487 contro 411 ), % passaggi riusciti (58,4 % contro 49,9%), supremazia territoriale (9,19 minuti contro 5,38) sono tutti dati che avvalorano la tesi che vincendo la Ternana non avrebbe rubato nulla.
Aldilà del risultato finale, la Ternana, però, anche lunedì sera ha mostrato di essere una squadra capace di giocarsela con tutti e, se alza i ritmi, di essere in grado di mettere le avversarie in difficoltà. E poi ci mette il cuore. Non è una frase fatta, di quelle che solitamente abbondano nel mondo del calcio, perché è vero che è stata raggiunta dagli avversari per ben due volte, ma sul finale ha avuto ancora la forza morale, oltre che fisica, di tentare di vincerla la partita e solo per una questione di centimetri Eramo non è riuscito a metter dentro quel pallone. Peccato, perché il pubblico del Liberati è tornato in numero soddisfacente allo stadio e sprigiona calore e passione per la propria squadra sostenendola ed incoraggiandola per tutta la durata della partita nel tentativo di trascinarla alla vittoria. Non è arrivata, ma ai 6330 del Liberati lunedì sera la squadra è piaciuta e se ne sono tornati a casa soddisfatti anche se i tre punti li avrebbero resi ancor più felici.
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