Tristi divagazioni
Quando intorno al 30′ del primo tempo di Ternana-Cagliari è sceso sugli spalti del Liberati un incredibile, surreale silenzio, mi sono chiesto che cosa fosse successo di tanto sconvolgente…
Ho subito pensato ad una forma di protesta della tifoseria per un qualche motivo al momento non meglio identificato, ma poi, purtroppo, sono cominciate ad arrivare le prime tragiche notizie…
La drammatica scomparsa di un tifoso…ovvero di un ragazzo di appena ventinovenne, Stefano Galletti, cui la vita ha chiesto prematuramente il conto proprio mentre si stava recando allo stadio a vedere una partita della sua squadra del cuore, ha sconvolto tutto il Liberati, tifosi (esemplari) del Cagliari compresi.
E sono convinto che i nostri ragazzi, appresa la ferale notizia negli spogliatoi durante l’ intervallo, abbiano poi raddoppiato, triplicato gli sforzi per cercare di recuperare il risultato che li vedeva sotto alla fine del primo tempo, anche per onorare degnamente la memoria di Stefano.
Toccanti anche le dichiarazioni di Mimmo Toscano rilasciate a fine gara, quando dolorosamente, ma serenamente, ha affermato: “qualcuno ci ha guidati da lassù…”.
Bello anche il gesto del capitano Gigi Vitale che a fine gara, accompagnato dai propri compagni, è andato a deporre la propria maglia sullo striscione che salutava Stefano, redatto immediatamente dagli affranti amici della Nord.
E che dire della presenza di tutti i giocatori e addetti ai lavori rossoverdi all’ ultimo saluto recato a Stefano alle esequie celebrate a Strettura lunedi scorso?
E del minuto di raccoglimento in memoria di Stefano che sarà osservato domani, prima del fischio d’inizio di Modena- Ternana?
Sono forse piccole cose…ma che fanno tanto bene; sicuramente più di una vittoria.
Mi è piaciuto sottolineare queste sfumature non solo per ricordare la memoria di una ragazzo da noi tutti amato che ci ha lasciato così improvvisamente e tragicamente, ma anche per evidenziare lo spirito di gruppo che sembra regnare all’ interno dello spogliatoio guidato dal Cannibale e la spinta, l’ affetto, la solidarietà, quasi l’ afflato, che questi ragazzi stanno cercando di ottenere dai tifosi rossoverdi.
Non scandalizzi nessuno il mio temerario accostare un evento così luttuoso al fenomeno prettamente sportivo, perchè, in fondo, tutte e due sono manifestazioni umane e vanno analizzate per quelle che sono.
Il coinvolgimento così sentito di un gruppo di professionisti, sicuramente estranei alla realtà sociale di Terni, ad un evento tanto tragico, il loro partecipare commosso al dolore inconsolabile dei famigliari, la testimonianza di affetto data a Stefano con la presenza al suo funerale, ci fanno sentire più vicini questi ragazzi alla nostra realtà quotidiana e ci inducono a ritenere che “loro” abbiano già maturato quell’ idea di “gruppo” che, in fondo, è il piccolo, grande segreto del successo sportivo.
Mi piace anche sottolineare in questo contesto lo sforzo operato da Simone Longarini di cercare un riavvicinamento alla gente ternana; e questo dopo tanti anni di insopportabile “anti-ternitudine” che “altra gente” aveva così pertinacemente coltivato.
Poco importa, in fondo, se esiste il fondato sospetto che chi ha “sputato” ripetutamente su Terni e sui Ternani operi ancora nell’ interesse della società di Via Aleardi, sia pure – ovviamente – nell’ ombra…
L’ importante è che chi detiene in pugno ufficialmente le redini della Ternana Calcio impari a portare rispetto alla Città che lo ospita, all’ onesta gente lavoratrice di questa antica comunità operaia che tanto ama i colori rossoverdi, al punto da averne fatto motivo fondamentale del proprio vivere, subito dopo la famiglia e il lavoro.
Ben venga un Presidente finalmente presente, motivato, anche coraggioso nel sostenere gli inevitabili strepiti di chi tanto ha sofferto sulla propria pelle (anche davanti al Giudice Penale) a causa della propria tradita, calpestata e dilaniata passione rossoverde.
Mi perdonerete le “divagazioni” di questo editoriale, ma ho preferito toccare altri argomenti per me assolutamente pregnanti, piuttosto che buttarmi (di giovedi…) sull’ esegesi di una partita sulla quale ormai è stato scritto tutto.
E mi si permetta, in conclusione, di salutare un altro amico che ci ha prematuramente lasciato a soli 59 anni, stroncato in tre mesi da un male di quelli che non perdonano.
Un collega giornalista bravo, corretto, onesto dal quale tutti noi che facciamo questo mestiere abbiamo imparato qualcosa.
Anche a sorridere delle sventure della vita…e ad affrontarle coraggiosamente a testa alta.
Ciao Dante!
Mi mancherai…