No così non va. Non va perché con la sconfitta di Cesena la Ternana è ultima in classifica ad un punto dall’Ascoli e a due dalla coppia Pro Vercelli-Entella con quest’ultima che ancora deve giocare. Non va perché dopo una settimana di lavoro, soprattutto dedicato alla fase difensiva, la squadra è uscita dal terreno di gioco con 4 gol sul groppone figli tutti (o quasi) di grossi errori individuali (anche dell’arbitro).
Oggi la Ternana non ha fermato la sua caduta. Anzi, purtroppo la situazione si è fatta ancora più difficile. Senza voler gettare la croce su Mariani, appena arrivato (e quindi praticamente con zero responsabilità), ma mai le Fere avevano subito 3 gol nel primo tempo. Mai si erano ritrovate ultime in classifica.
L’esempio, paradossalmente, di questo momento negativo è Plizzari. Un campione in erba, senza dubbio. Ma già contro la Salernitana aveva generato la punizione del momentaneo 1-2 dei campani oggi, purtroppo, ha consegnato la vittoria al Cesena. Non è nostra intenzione colpevolizzare il portierino (perché sbagliare ci sta, soprattutto alla sua età) tanto più che lui più di una volta si è superato nelle precedenti partite, a volte anche inutilmente…
E pensare che il gol di Valjent in apertura aveva fatto sperare ad un epilogo diverso. Invece le paure della Ternana sono tornate prepotenti. Squadra insicura se privata delle sue poche certezze: Paolucci e Tremolada. Già perché la contemporanea assenza dei due ha creato un blackout nella manovra rossoverde che nel primo tempo raramente è riuscita a mantenere le giuste distanze in campo e sostenere la manovra offensiva.
In aggiunta anche le non buone condizioni di Carretta hanno privato la squadra delle lunghe galoppate dell’ex Matera, soluzione tra le più gettonate dalla precedente gestione tecnica.
Così la Ternana ha provato a mettere in campo le nuove indicazioni di Mariani. Gioco sulla punta centrale per innescare gli esterni. Qualcosa si è visto ma quanto di buono prodotto da centrocampo in su è stato prontamente cancellato dalla fase difensiva. I gol del Cesena sono tutti scaturiti da errori individuali. E’ parsa evidente l’insicurezza di tutta la squadra ogni qualvolta è stata chiamata a difendersi. Segno che c’è tanto da lavorare. Il cambio di allenatore non ha prodotto gli effetti sperati alla prima uscita. E a dirla tutta la prima di Mariani sulla panchina della prima squadra rossoverde ha smentito anche il pensiero di Bandecchi. Il patron aveva dichiarato che con Mariani non si sarebbe visto un grande gioco ma più solidità. Il 4-3 del Manuzzi dice tutt’altra cosa. Anche se addebitare responsabilità al tecnico nella sua prima uscita sarebbe ingiusto.
In ogni caso, al di la della sconfitta pesantissima, la classifica pur peggiorata, concede ancora spazio alla speranza: quello che è successo tante volte da queste parti negli ultimi anni può succedere ancora. Sta a Mariani, ai giocatori e alla stessa società generare le condizioni giuste perché succeda una volta di più.
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